ANGRI (SA) – È partita la campagna del pomodoro 2023 di La Doria spa, Gruppo leader nella produzione di derivati del pomodoro, sughi, legumi e succhi di frutta a marchio della Grande Distribuzione, controllato da società di investimento del fondo Investindustrial e partecipato da alcuni membri della famiglia Ferraioli.
Si tratta di un momento cruciale per il Gruppo, primo produttore europeo di pelati e polpa di pomodoro nel segmento retail. La Linea Pomodoro – che comprende Polpa e Pelati, Passate e Pomodorini – è infatti uno dei rami centrali del suo portafoglio e ha generato nel 2022 vendite per 224 milioni di euro, in crescita rispetto ai 180,7 milioni di euro del 2021.
Anche se la campagna 2023 presenta delle incognite dovute ad uno slittamento di circa 10 giorni dell’avvio delle fasi di raccolta in campo – a causa delle forti piogge di maggio e giugno che hanno ritardato i trapianti – e delle alte temperature di luglio che potrebbero avere impatti sullo sviluppo del pomodoro tardivo – il Gruppo si è prefissato come obiettivo quello di incrementare la materia prima lavorata nella campagna 2022. La Doria, infatti, conta di riuscire a lavorare circa 280 mila tonnellate di materia prima 100% italiana.
“Siamo consapevoli del fatto che il 2023 presenti delle incertezze non trascurabili dal punto di vista climatico che potrebbero avere delle conseguenze nelle prossime settimane sulla resa agricola e quindi sulla disponibilità di pomodoro da trasformare. Nonostante queste incognite, siamo certi della forza produttiva de La Doria e confidiamo quindi di migliorare i risultati della campagna del 2022 grazie sia all’ efficienza dei nostri impianti sia ai solidi rapporti che il Gruppo ha costruito negli anni con le centinaia di imprese agricole italiane che ci forniscono la materia prima” – ha dichiarato il CEO del Gruppo La Doria Antonio Ferraioli.
A livello nazionale, la previsione del 2023 per la produzione di pomodoro fresco da processare è pari a 5.6 milioni di tonnellate, con una crescita del +2% rispetto al 2022, grazie all’aumento degli ettari trapiantati, circa 70.000 nel 2023. Numeri che simboleggiano quanto il pomodoro 100% italiano oggi rappresenti sia per il mercato interno sia per quello internazionale uno dei prodotti più amati dai consumatori con ancora ampi spazi di crescita sui mercati esteri.
La Doria trasforma due tipologie di pomodoro fresco: il pomodoro lungo e il pomodoro tondo, entrambi raccolti attraverso sistemi totalmente meccanizzati e lavorati negli impianti con la collaborazione di circa 900 lavoratori stagionali. Il processo di trasformazione della materia prima avviene entro le 12 ore successive al conferimento presso i siti di lavorazione, così da conservare inalterate le caratteristiche organolettiche della materia prima. La gamma produttiva della Linea Pomodoro del Gruppo La Doria prevede polpa, pelati, passata e pomodorini che andranno sul mercato per i più importanti brand della Grande Distribuzione – Private Label – nazionale e internazionale (oltre l’80% dei ricavi de La Doria sono realizzati all’estero e circa il 97% è generato dalle private label) e per i brand del Gruppo.
Man mano che il pomodoro viene raccolto e conferito da parte delle 20 associazioni che rappresentano circa 300 imprese agricole che operano nelle regioni di riferimento (Campania, Puglia, Basilicata, Lazio e Molise), si svolgono le lavorazioni di trasformazione per l’ottenimento dei derivati del pomodoro nei quattro stabilimenti del Gruppo dedicati a questa linea di prodotti (dei sei totali), nei siti in provincia di Salerno di Angri, Sarno, Fisciano e di Lavello nel Potentino.
La campagna 2023 vedrà il proseguimento degli investimenti diretti del Gruppo La Doria nel progetto Agricoltura 4.0 che ha come obiettivo quello di diffondere tra le imprese agricole del Sud d’Italia la cultura e le best practice dell’agricoltura di precisione. Grazie ad una eccezionale innovazione tecnologica e grazie all’utilizzo dei big data – raccolti da sensori di prossimità – l’Agricoltura 4.0 porta ad un’importante riduzione degli sprechi, una gestione efficiente e responsabile della fonte idrica e dell’uso di agrofarmaci, un approccio più rispettoso ed equilibrato nei confronti della terra – a cui viene fornita solo la quantità giusta di input al momento giusto – e una maggiore qualità certificata dei prodotti alimentari, fattore indispensabile per instaurare un rapporto di fiducia con i consumatori di oggi.
“La Doria è da sempre molto attenta ai temi della sostenibilità, dell’innovazione tecnologica e del lavoro etico. In particolare, uno dei progetti più recenti avviati dalla nostra azienda è “Agricoltura 4.0”, un’iniziativa a cui teniamo molto. Grazie al progetto Agricoltura 4.0, sono stati installati dei sensori nei campi che, in base ai dati raccolti dall’atmosfera, forniranno importanti informazioni all’agricoltore, indicando per esempio quando irrigare o utilizzare fitofarmaci. Dopo un anno di sperimentazione abbiamo potuto osservare per le aziende agricole coinvolte una riduzione del 30% dell’impiego di acqua e del 20% di trattamenti chimici. Per questo contiamo di allargare il progetto ad altre aziende in futuro augurandoci che possa essere autonomamente implementato dai nostri agricoltori negli anni a venire. La tecnologia, infatti, rappresenta uno strumento indispensabile anche in agricoltura per avere un impatto positivo sull’ambiente e le condizioni di lavoro”. – ha concluso Antonio Ferraioli, CEO del Gruppo.
La Doria, infatti, è da sempre sensibile ai temi della sostenibilità, come dimostrano i numerosi progetti avviati dall’azienda e volti a promuovere l’uso della tecnologia in agricoltura per una migliore gestione delle risorse naturali, a favorire la biodiversità e l’applicazione delle best practice in ogni aspetto della vita del prodotto, dal campo allo scaffale, come richiesto dai più importanti partner nazionali e internazionali con cui il Gruppo collabora. La qualità e la sostenibilità della produzione viene quindi verificata da continui controlli interni, da frequenti audit del Gruppo e dei clienti che avvengono direttamente in campo o negli stabilimenti produttivi. L’impegno costante ha portato La Doria a ottenere nel 2022 la certificazione Social Footprint per la filiera del pomodoro, la prima certificazione che valuta l’impronta sociale di un prodotto attraverso l’analisi dell’organizzazione, delle persone e della filiera e, prima ancora, la certificazione Friend of the Earth, che tutela e garantisce l’impegno del Gruppo nella promozione di pratiche agricole sostenibili e nella difesa dell’intero ecosistema anche attraverso progetti che riguardano la biodiversità (impollinazione). La Doria ha introdotto da anni anche un sistema di monitoraggio dei rischi etici nella catena di fornitura del pomodoro, con riguardo alle condizioni di lavoro, basato sulle indicazioni fornite dalla ISO 26000 e ha recentemente aderito allo United Nation Global Compact (UNGC), la più grande iniziativa di sostenibilità aziendale al mondo basata su dieci principi universali relativi ai diritti umani, al lavoro, all’ambiente e alla lotta alla corruzione.
Grazie alla stretta collaborazione con gli agricoltori, il Gruppo segue da vicino tutte le fasi di coltivazione del pomodoro, dalla semina, al trapianto, alla raccolta. A questo proposito, ha ottenuto la certificazione ISO 22005, che attesta la trasparenza e tracciabilità completa della storia del prodotto.