PIEVESESTINA DI CESENA (FC) – La coltura delle patate si sta rivelando sempre più strategica per Apofruit, con una crescita delle liquidazioni e delle superfici coltivate anche nel 2023. A fare il punto della situazione è Massimiliano Laghi, direttore tecnico e della qualità, che spiega: “Nonostante le difficoltà climatiche, l’alluvione dei territori romagnoli, le problematiche fitosanitarie e l’aumento dei costi di produzione, la nostra cooperativa continua la fase di espansione per la patata”.
Scendendo poi nei dettagli, Laghi prosegue: “Gli ettari piantati nel 2023 superano complessivamente i 500, premiando la differenziazione sui diversi territori. In particolare, lo sviluppo della Patata di Bologna DOP registra un incremento dell’80% delle superfici. Assistiamo quindi a una sostanziale tenuta su tutto il territorio bolognese, mentre prosegue al contempo la fase espansiva nel Ferrarese e in altre regioni. La produzione precoce siciliana, poi, segna un +30% sull’anno precedente. Da sottolineare anche il sodalizio con la cooperativa Colt.Or del Fucino, che ha consentito l’impianto di oltre 60 ettari in questo importante areale produttivo, nonché l’espansione della coltura nella zona di Fiumicino”.
Lo sviluppo e il conseguente successo della coltura sono stati determinati da diversi fattori, sui quali il direttore generale di Apofruit, Ernesto Fornari, interviene spiegando: “La fase di sviluppo è stata trainata da un mix di fattori ad oggi premianti, fra cui la già citata DOP, la patata al Selenio e il biologico. La partecipazione ormai storica della cooperativa al Consorzio della Patata Italiana di Qualità Selenella ha consentito ancora una volta di valorizzare il prodotto con conseguente plus per tutti i produttori.
Ancora, l’assistenza tecnica capillare fornita dai nostri tecnici sui diversi territori si conferma come fattore di differenziazione, in grado di fornire ai produttori assistenza a 360 gradi dai tuberi da seme fino alla difesa e all’innovazione varietale e agronomica. La creazione della Sezione OP patate consente inoltre di accedere ai benefici OCM, fra i quali progetti di sperimentazione, azioni dirette sulle aziende agricole, etc”.
Ultimi, ma non meno importanti, sono i risultati molto positivi che arrivano dall’ultima liquidazione (raccolto 2022). Il riconoscimento medio al produttore per la categoria prima è stato infatti di 0,48 euro/chilo per la DOP e di 0,41 euro chilo per le altre patate, con un aumento rispetto allo scorso anno del 25%. “Da questo punto di vista – commenta il direttore commerciale Mirco Zanelli – siamo in crescita per il terzo anno consecutivo. Ciò sta creando un clima di fiducia e di aspettative positive anche per la campagna in corso. Il buon andamento del mercato, sia per la patata DOP e biologica sia per quella tradizionale, ha consentito ai produttori di fronteggiare meglio l’aumento dei costi produttivi”.
Infine, il presidente di Apofruit, Mirco Zanotti, conclude: “Nostri obiettivi di breve e medio periodo saranno un ulteriore sviluppo delle superfici, pure su nuovi territori, il rafforzamento di partnership e la differenziazione varietale. Ad esempio puntiamo anche sulla patata IGP del Fucino, che già da questa campagna sarà disponibile nella gamma delle nostre proposte commerciali. La nostra offerta si completa poi con la IV gamma grazie alla partnership con Colt.Or. Questi prodotti, destinati al momento all’Ho.Re.Ca, hanno consentito di valorizzare anche le materie prime di seconda qualità, in un’ottica di filiera”.
Si associa alla patata, in un clima di rinnovata fiducia, anche lo sviluppo della cipolla, spesso complementare a questa coltura nelle aziende associate e in grado di dare risultati positivi per i produttori, con una liquidazione che per la campagna 2022/23 ha registrato livelli soddisfacenti per tutte le tipologie di prodotto, segnando aumenti medi rispetto all’annata precedente del 8%.