NAPOLI – Così Fabrizio Marzano – Presidente Confagricoltura Campania – alla notizia diramata dal Commissario Straordinario, Generale Luigi Cortellessa, in merito alle proposte avanzate dalla Regione Campania al Ministero della Salute, finalizzate a rafforzare ulteriormente il Programma obbligatorio di eradicazione delle malattie infettive della specie bovina e bufalina in Campania. Piano che, a distanza di un anno dalla gestione commissariale, ha già fornito i primi buoni risultati.
“Nelle continue interlocuzioni avute con la struttura Commissariale – continua Marzano – abbiamo sempre sostenuto che l’annosa questione della Brucellosi si sarebbe potuta avviare a risoluzione solo con il pieno coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutti gli attori della filiera, specie gli allevatori”.
Nell’ultima riunione, tenutasi solo pochi giorni fa – aggiunge Marzano – abbiamo affrontato entrambe le questioni, ossia l’“autocontrollo avanzato” e l’ampliamento dell’età vaccinale delle bufale, attualmente fissata dai 6 ai 9 mesi di età. Ci rendiamo conto che bisogna attentamente valutare parametri che attengono alla sicurezza sanitaria, ma proprio la storicità della problematica, mai effettivamente risolta, richiede la massima attenzione e, soprattutto, l’attuazione di ulteriori misure, anche in forma sperimentale, per offrire ulteriore impulso al buon andamento del Programma di eradicazione, con l’unico obiettivo di raggiungere, una volta per tutte, la definitiva soluzione del problema brucellosi.
In particolare, qualora le richieste della Regione Campania saranno accolte dalle Autorità centrali, ci avvieremo verso il pieno e sostanziale coinvolgimento degli allevatori, che, tramite i veterinari aziendali o in libera professione, potranno eseguire il test SAR (cd. Rosa bengala) sul sangue degli animali direttamente all’interno delle proprie aziende! È una svolta di non poco conto, basti pensare che, attualmente, un’ordinanza del Ministero della Salute vieta la detenzione, sul tutto il territorio nazionale, dell’esame in questione, eccezion fatta per i laboratori degli II.ZZ.SS. e per le Università, previa autorizzazione per finalità di ricerca scientifica. Anche l’ampliamento dell’età vaccinale, sinora mai concessa nemmeno con il precedente commissario straordinario nominato nel 2007, costituirebbe un’ulteriore e valido supporto per arginare la diffusione della brucellosi. Quanto alla vaccinazione, la richiesta è quella di poter vaccinare le femmine fino all’età di 18 mesi, quindi il doppio di quella attualmente contemplata (6-9 mesi).
Le notizie che adesso apprendiamo, frutto di un’incessante azione di impulso, confronto e valutazione congiunta delle migliori soluzioni, finalizzate a contemperare le esigenze sanitarie e imprenditoriali, ci confermano che siamo sulla strada giusta per la tutela del comparto bufalino, settore che esprime un prodotto unico, tra i più controllati e sicuri a livello nazionale, eccellenza alimentare del nostro territorio.