MANTOVA – “Conto alla rovescia al via della Fiera Millenaria di Gonzaga, Fiera Nazionale dell’Agricoltura e dell’Agroalimentare (2-10 settembre 2023), la cui importanza per il settore primario e per il nostro territorio non ha bisogno di sottolineature”.
A ricordarlo è Anna Lisa Baroni, responsabile settore Agroalimentare Azione.
“Sulla stampa nazionale – continua Baroni -, nel corso dell’estate, si sono succeduti alcuni interventi di riflessione provenienti da esperti e dai massimi rappresentati del settore, meritevoli di una riflessione che sia anche calata sul nostro territorio e le sue peculiarità.
Sul quotidiano Il Sole 24 Ore del 6-8-2023 il prof. Marco Fortis ha scritto una riflessione interessante sui primati della agricoltura italiana negli ultimi dieci anni. L’analisi è sorretta da una precisa serie di dati che descrivono e spiegano come la forza del settore primario italiano rappresenti primati di assoluto rilievo in UE quando non addirittura a livello mondiale. L’articolo si chiude con un invito alla riflessione rivolto al Sistema Paese sulle politiche industriali che devono essere messe in campo per mantenere e auspicabilmente rafforzare questi primati, tenendo conto sia di grandi cambiamenti nell’ambito della “domanda” (sensibile cambiamento della demografia dei consumatori e delle fasce d’età della popolazione e delle preferenze di consumo) e conseguentemente del necessario adeguamento della “offerta” con una riorganizzazione delle diverse filiere produttive e delle reti distributive.
Nei giorni immediatamente successivi sono comparse su quotidiani nazionali due importanti riflessioni sul settore primario da parte dei presidenti della Confagricoltura (Massimiliano Giansanti su Il Sole 24ore dell’8-8-2023) e della Coldiretti (Ettore Prandini su il Secolo XIX dell’11-8- 2023). Pur nelle reciproche e autonome posizioni le due analisi su un punto concordano, individuandolo come elemento determinante per il rafforzamento e lo sviluppo del settore agroalimentare, sia sotto il profilo delle esportazioni -“che potrebbero crescere a certe condizioni fino a 100 mld” (cit. Giansanti)- sia del sostegno alle produzioni italiane con apposite strategie -“l’Italia sconta un ritardo rispetto ai principali competitor internazionali con una perdita di 77mld di export per il Paese di cui ben 8mld per l’agroalimentare” (cit. Prandini).
Fin qui l’analisi delle due confederazioni che, sotto il profilo della proposta ai fini del rafforzamento del settore, individuano uno stesso campo di azione: l’adeguamento infrastrutturale del Paese e lo sviluppo dell’intermodalità dei trasporti merci.
Ettore Prandini infatti afferma che bisogna “rafforzare le infrastrutture ed avere un modello logistico intermodale per integrare le varie tipologie di trasporto, riducendo la dipendenza da quello su gomma”, anche perché “il giusto equilibrio tra le vari modalità di trasporto delle merci ha un peso rilevante nell’efficienza delle catene di fornitura e nel ruolo primario per la competitività del tessuto produttivo”.
E sul punto anche l’analisi di Massimiliano Giansanti è concorde: “il problema della competitività frenata da carenze infrastrutturali va risolta con la messa in opera di un sistema di trasporto intermodale: autostrade, ferrovie, porti e aeroporti” che colleghi il nord e il sud del Paese e con la realizzazione di quattro centri nazionali agroalimentari tra loro connessi”.
Per quanto riguarda il nostro territorio mantovano, la cui importanza nel settore primario non ha bisogno di essere sottolineata né a livello nazionale né internazionale, i contenuti degli interventi sopra citati possono essere sviluppati e declinati sul tema del rafforzamento della infrastruttura del Porto di Valdaro e la sua vocazione naturale ad essere luogo di attracco delle merci da nave, preordinato al conseguente e auspicabile sviluppo del trasporto integrato. Ciò meriterebbe uno sforzo collettivo del settore pubblico mantovano (presidente della provincia e sindaci, assessori regionali e consiglieri regionali, parlamentari, sindaco di Mantova) perché Valdaro possa diventare (anche) un grande centro nazionale agroalimentare, potenziandone la vocazione naturale alla intermodalità (autostrade, ferrovie, porti ed aeroporti).
Come è facile comprendere – conclude la responsabile agricoltura di Azione – ciò si potrebbe tradurre in forte elemento di competitività per il nostro sistema economico, alla ricerca della perduta centralità di Mantova e del suo territorio, oggi divenuti quasi periferici rispetto all’asse lombardo-veneto di Bergamo-Brescia- Verona a nord e a quello Emiliano-Romagnolo di Piacenza Bologna e Rimini a sud”.