Cirò Marina (KR) – Giovanissimo, partiva in autobus da Cirò Marina in direzione Germania e Nord Europa: un giorno e mezzo di viaggio, per arrivare a destinazione e telefonare dalle cabine a gettoni i gestori di locali e gli imprenditori, proponendo loro il suo vino, pur parlando allora solo l’italiano.
Nicodemo Librandi, il padre del vino calabrese, colui che, insieme al fratello Antonio Cataldo, prese in mano la piccola azienda vitivinicola fondata dal padre, facendone un capolavoro. Facendone un vanto non solo per Cirò Marina e per la provincia di Crotone, ma rendendo grande l’intera Calabria al di fuori dei confini nazionali.
Il “professore”, così come veniva chiamato dai più (con una laurea in matematica nel cassetto ed una ad “honoris causa” in Scienze agrarie, forestali e alimentari, conferitagli dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria per i meriti ottenuti sul campo), è venuto a mancare ieri, 31 agosto, ma di certo lascia un’eredità preziosissima. Librandi ha il merito di aver saputo coniugare con amore e con cognizione, l’antica tradizione viticola del Cirotano con la sperimentazione e la ricerca. Conservare, valorizzare e promuovere il patrimonio del suo territorio, attraverso l’innovazione e la scienza. Questo è sempre stato l’obiettivo di Librandi che, in verità, è riuscito a fare molto di più, promuovendo, grazie all’enologia, un territorio meraviglioso, caratterizzato da panorami mozzafiato, vigneti a perdita d’occhio, importanti testimonianze della Magna Grecia, un mare “Bandiera blu” da sogno e, ancor di più, da un notevole capitale umano, persone, esperti viticoltori che con grandi abilità e mille sacrifici, hanno fatto sì che Cirò Marina vincesse la sua sfida.
E grazie ai sacrifici di Nicodemo, l’azienda Librandi, oggi alla terza generazione, è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, con etichette pregiate come il Gravello, l’Efeso, il Duca Sanfelice, il Magno Megonio, il Critone, fino alle bollicine, il Rosaneti, l’Almaneti, il Labella.
Partiti dai vitigni tradizionali, il Gaglioppo, il Greco e dalle numerose varietà autoctone presenti sul territorio, i Librandi hanno lavorato sodo, studiando meticolosamente, per diffondere la consapevolezza della qualità e, al contempo, l’importanza della ricerca, della sostenibilità ambientale e della tutela della ricca biodiversità calabrese. Non solo. La famiglia di imprenditori ha creato nella propria tenuta, un vero e proprio museo del vino e della viticoltura, “a Caseddra”, la casetta, un luogo suggestivo e affascinante che da anni ospita mostre, corsi, presentazioni.
Un luogo magico nel quale Nicodemo accoglieva amici e non, mostrando non solo i macchinari aziendali di ultima generazione e le imponenti cantine, ma anche le foto d’epoca e di famiglia, raccontando e, facendo sognare ad occhi aperti, la storia ed i sacrifici suoi e dei suoi collaboratori, i risultati raggiunti, i nuovi obiettivi, facendo addirittura da preziosa guida nei suoi vigneti. Con il suo garbo unico, il suo stile, la sua gentilezza, la sua umiltà, la sua passione, il suo impegno, la sua determinazione.
Ci lascia a 78 anni non solo un imprenditore lungimirante ed instancabile, colui che ha sempre incoraggiato l’aggregazione come leva per la competitività sui mercati, colui che ha il merito di aver trasformato Cirò Marina in una comunità di professionisti dell’imprenditoria agricola, che da lui hanno imparato e preso esempio. Ci lascia l’ambasciatore del Cirò e del vino calabrese nel mondo, colui che, partendo dal suo profondo legame con la terra, ha fatto girare l’economia e ha dato lustro ad una regione relegata troppo spesso – e ingiustamente – ai margini. Ma ci lascia soprattutto un gentiluomo, un vero signore, un uomo d’altri tempi, ma insieme moderno, intelligente, serio, caparbio, generoso, appassionato.
La sua preziosa opera ed i suoi saperi restano però nelle mani dei figli, Raffaele e Paolo, grazie ai quali di sicuro la storia Librandi andrà avanti in maniera eccellente e grazie ai quali verranno scritte ancora tante importanti pagine della viticoltura cirotana e calabrese.