ROMA – “Meglio ribadirlo. Dopo le molte denunce e appelli del settore in merito all’arrivo in Lombardia della PSA, la Peste Suina Africana, è necessario rassicurare i consumatori. La PSA non rappresenta un rischio per l’essere umano. Questo virus, così pericoloso per gli animali, non si trasmette in alcun modo all’uomo, né attraverso un contatto diretto con gli animali malati, né consumando prodotti eventualmente infetti.
L’allarme di questi giorni è proprio dovuto al fatto che, se il virus della PSA entra negli allevamenti lombardi ed emiliani, dove si concentra la maggior parte delle produzioni suinicole italiane, si rischia di dovere abbattere centinaia di migliaia di capi. Questo significa appunto ingenti danni economici, da cui molti allevatori potrebbero non riprendersi più, oltre che un devastante stop all’export, con l’esclusione dai commerci internazionali per un tempo indefinito.
Gli unici a correre rischi, sono quindi i suini, che dobbiamo proteggere con recinzioni e abbattimento dei cinghiali. E ovviamente le imprese suinicole, che insieme all’intera filiera rischiano lo stop, se non fermiamo l’epidemia. Se non interverremo, insomma, rischieremo di dire addio a prosciutto e salame per un lungo periodo.”