ROMA – Sono crollati del 60% i prezzi del grano in Italia sui valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro della coltivazione lungo la Penisola.
E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti rispetto alle quotazioni dello scorso anno, in occasione dell’incontro tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan con l’omologo russo Vladimir Putin a Soci, sul transito del grano ucraino nel Mar Nero.
Un’intesa importante per garantire gli approvvigionamenti nei Paesi più poveri dell’Africa e dell’Asia ed evitare carestie che possano spingere i flussi migratori, ma – sottolinea la Coldiretti è necessario evitare speculazioni e distorsioni commerciali provocate dall’afflusso di grano in eccesso sul mercato europeo.
La Russia – continua la Coldiretti – ha registrato un nuovo raccolto record di 153-155 milioni di tonnellate di cereali tra i quali la produzione di grano dovrebbe superare le 85 milioni di tonnellate che hanno riempito i silos e invaso i mercati internazionali con il rischio di triangolazioni sulle quali occorre vigilare anche in Italia per evitare il collasso dei mercati. In Ucraina al contrario, considerata storicamente il granaio d’Europa, la produzione di grano dovrebbe registrare, nel 2023/24, un notevole calo, a causa della guerra con la Russia, con il raccolto che dovrebbe -precisa la Coldiretti – attestarsi a quota 17,5 milioni di tonnellate, il livello più basso da oltre un decennio.
L’incertezza sull’accordo ha favorito le speculazioni sul mercato delle materie prime agricole che – conclude la Coldiretti – si spostano dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori.