BOLOGNA – Dare gambe da subito al Piano d’azione nazionale per il biologico, che deve diventare lo strumento guida per il doppio obiettivo del settore: centrare il target del 25% di superfici bio in Italia già entro il 2027 e ridare slancio ai consumi interni, in stand-by dal post Covid dopo un decennio di costante crescita. È il messaggio lanciato dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, all’apertura della 35° edizione del SANA.
“Chiediamo al governo di velocizzare l’iter del Piano, in attuazione della legge sul biologico approvata dal Parlamento più di un anno fa e degli indirizzi dettati dalla Ue -ha detto Fini partecipando all’evento inaugurale di Rivoluzione Bio 2023 dedicato al tema- così da dare una strategia chiara, unitaria e organica a tutto il comparto, con una prospettiva a 360 gradi che parla ai cittadini-consumatori, aiuta le imprese agricole e potenzia la sostenibilità”.
Per il presidente di Cia, infatti, “è fondamentale che i tre Assi su cui si sviluppa il Piano d’azione affrontino ciascuno di questi aspetti e lo facciano in maniera integrata. Prevedendo misure per stimolare la domanda di prodotti bio, a partire dal marchio Made in Italy che valorizza il ruolo dei produttori; per sostenere la conversione delle imprese al metodo biologico, garantendo risorse anche per l’assistenza tecnica e la formazione agli agricoltori in particolare per superare gli ostacoli burocratici; per spingere su ricerca e innovazione, indispensabili per rafforzare il contributo del biologico alla sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica”.
Un Piano, insomma, pronto ai blocchi di partenza con tutti i tasselli necessari al consolidamento del settore. Cifre alla mano, di fatto, il bio italiano conta oggi ben 92.800 operatori (+7,7% nel 2022) e 2,3 milioni di ettari (+7,5%), con un’incidenza media sulla superficie agricola totale balzata quasi al 19% e il traguardo del 25% previsto dal Green Deal Ue già superato da sei Regioni (Sicilia, Calabria, Basilicata, Lazio, Marche, Toscana). Numeri che mettono il Paese sul podio europeo, ma ora devono tornare a riflettersi anche sui consumi domestici, ridimensionati dal post pandemia e dalla crisi economica in atto che ha svuotato il carrello bio delle famiglie (-4,6% nel 2021 e +0,5% nel 2022), fermo a 3,6 miliardi di euro, dopo anni di crescita praticamente ininterrotta.
“L’Italia conta sul biologico -ha sottolineato Fini dal SANA- e strumenti come il Piano d’azione nazionale sono indispensabili per sostenere uno dei primi driver della transizione green, coniugando necessariamente la sostenibilità alla produttività agricola. Soprattutto in una fase come questa, segnata da guerra, speculazioni su materie prime, timori di crisi alimentari e inflazione”. Cia-Agricoltori Italiani “da sempre è al fianco del settore, come dimostra la sua storica presenza al SANA, quest’anno al Padiglione 29 Stand A57-F65 con un calendario fitto di incontri, degustazioni e show-cooking insieme alle aziende associate. Un modo per raccontare ancora una volta l’anima bio dell’agricoltura -ha chiosato il presidente- puntando sul legame tra territorio, cibo e salute, qualità”.