Negrar di Valpolicella (VR) – Raccontare in modo non convenzionale Gabriele d’Annunzio nel 160esimo anniversario dalla sua nascita.
Questo l’intento della Fondazione Il Vittoriale degli italiani, presieduta da Giordano Bruno Guerri, e Domìni Veneti, premium brand di Cantina Valpolicella Negrar, nel dar vita a Fratefoco, un Valpolicella Ripasso Doc Classico Superiore dal profumo intenso e dal sapore corposo.
“Siamo orgogliosi che Giordano Bruno Guerri abbia riconosciuto in Domìni Veneti il produttore d’eccellenza e l’interlocutore ideale per l’ideazione di Fratefoco che, oltre ad essere un vino d’alta gamma, è esso stesso espressione di una grande cultura enologica”, afferma Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar.
Ottenuto attraverso la rifermentazione del Valpolicella fresco con le vinacce del Recioto, per cui naturalmente sensuale e al contempo puro, autentico, come deve essere un Ripasso, Fratefoco vuole narrare la contemplazione mistica di un uomo confinato tra le mura della propria dimora, la Prioria al Vittoriale, che arde delle passioni più terrene. Un «gioco da grandi», venato di sensuale ironia. Vuole inoltre omaggiare il gusto per gli pseudonimi e i «travestimenti letterari» del Vate. Fratefoco, infatti è uno dei noms de plume che d’Annunzio usava per firmare lettere destinate ad amici e amanti, come risulta dai preziosi documenti consultati da Michele Battistoni, direttivo creativo del progetto e marketing manager della cantina, e gli archivi del Vittoriale.
Fratefoco è prodotto in edizione limitata, ed è disponibile al pubblico presso i wine shop Domìni Veneti di Sirmione (Bs), Cavaion Veronese (Vr), Negrar di Valpolicella (Vr) e una selezione di ristoranti, enoteche e botteghe storiche della costa bresciana del Garda.
Domìni Veneti nasce nel 1989 come opera di premiumizzazione ante litteram di una parte della produzione di Cantina Valpolicella Negrar. Una scelta qualitativa “precoce”, di rottura, che da subito ha portato il marchio ad essere riconosciuto come simbolo di una Valpolicella, quella Classica, desiderosa di proiettarsi con orgoglio e profonda consapevolezza nel mondo dei grandi vini italiani. Ricerca, studio e sperimentazione sono i cardini di un percorso condiviso con il territorio, che ha portato ad una zonazione, prima all’interno della Valle di Negrar, cui è dedicato il cuore del portfolio di Domìni Veneti, successivamente estesa alle 5 Valli della Valpolicella Classica. Ad accompagnare questo cammino, uno studio continuo, approfondito ed appassionato delle tecniche di appassimento delle tre varietà autoctone per eccellenza – Corvina, Corvinone, Rondinella – all’interno di Cantina Valpolicella Negrar, proprietaria di uno dei più grandi “fruttai” d’Italia. La conoscenza acquisita ha portato alla definizione di uno stile proprio, figlio di un approccio artigianale, che interpreta con serietà le grandi denominazioni, per arrivare sempre alle persone, giocando su diversi profili e livelli complessità. La relazione è l’obiettivo numero uno di Domìni Veneti, riflesso di quell’imprinting cooperativistico, che fonda ogni cosa su fiducia e costanza, senza dimenticare la piacevolezza dello stare insieme. Oggi Domìni Veneti, il cui nome evoca i territori e le glorie dell’antica Repubblica di Venezia, di cui la Valpolicella era parte integrante, compone una proposta fedelmente centrata sui grandi rossi veronesi, Amarone e Ripasso in primis, e Recioto, con vini dalle finezze sartoriali, divenuti ambasciatori del vino italiano di qualità nel mondo. L’”anima veneta” del brand ha poi ispirato l’esplorazione di altre eccellenze del panorama enologico regionale, arricchendone il portfolio in valore e varietà.
Il Vittoriale degli Italiani – complesso di edifici, vie, piazze, giardini, corsi d’acqua e un teatro all’aperto – eretto tra il 1921 e il 1938 per volontà di Gabriele d’Annunzio – è uno dei musei più visitati d’Italia. Costruito a Gardone Riviera, sulle rive del lago di Garda, a memoria della “vita inimitabile” del poeta-soldato e delle imprese degli italiani durante la Prima Guerra Mondiale, si conferma luogo più che mai vitale, visitato ogni anno non solo da studenti e turisti, ma anche da studiosi e intellettuali che ne frequentano gli archivi, e da artisti di caratura internazionale che hanno calcato il palcoscenico all’aperto del suo anfiteatro, o che hanno voluto celebrare il poeta abruzzese donando opere d’arte che oggi adornano i viali, le piazze e gli affacci sul lago.