BARI – E’ stata presentata questa mattina, venerdì 6 ottobre, ad Agrilevante (Bari) l’edizione numero 55 di Agriumbria che si svolgerà ad Umbriafiere (Bastia Umbra) dal 5 al 7 aprile 2024. Ospite a Bari di uno dei partner storici, FederUnacoma, la federazione dei costruttori di macchine per l’agricoltura, e in partnership con la Fiera del Levante, in occasione della seconda giornata di Agrilevante si è svelata al pubblico uno degli eventi di punta per la zootecnia legata alle carni di qualità. L’edizione del 2024 è stata dunque svelata al pubblico degli addetti ai lavori e della stampa in una delle sedi più importanti a livello nazionale, la fiera del Levante.
Tante le novità illustrate nel corso della presentazione: una su tutte, la più attesa da anni, l’ampliamento degli spazi espositivi che con la disponibilità dell’Area Nord della Fiera crescerà in maniera importante creando nuove opportunità per le attività di mostre ed eventi per la zootecnia. «Con grande emozione ed orgoglio finalmente possiamo dire che il primo passo verso l’atteso ampliamento della fiera è arrivato e già dall’edizione 2024 di Agriumbria si potrà mettere in pratica sfruttando tutta una intera area direttamente collegata agli spazi fieristici – ha commentato il Presidente di Umbriafiere, Stefano Ansideri – questo vuol dire anche molte più opportunità di crescita espositiva per l’area zootecnica, potendo contare su superfici all’aperto e potendo ridistribuire gli spazi preesistenti per mostre, gare ed angoli convegnistici».
Agriumbria è presente ad Agrilevante fino all’8 ottobre come partner tecnico per la mostra di capi bovini, equini, ovini, oltre che di animali da cortile, che FederUnacoma realizza in collaborazione con l’Associazione Italiana Allevatori (Aia), con la sua sezione regionale Ara Puglia e con la struttura organizzativa di Umbriafiere. Nella fiera di Bari oltre 500 capi di allevamento, espressione delle più pregiate razze autoctone, da quella ovina Gentile di Puglia alla Bufala Mediterranea Italiana, dai bovini di razza Limousine, Marchigiana, Maremmana, Podolica, Romagnola e Jersey ai cavalli Murgese e Haflinger, dal Cavallo da tiro pesante rapido all’asino di Martina Franca, oltre che ad altre razze pregiate che arricchiscono il patrimonio zootecnico italiano.
«D’altronde uno dei punti di forza di Agriumbria è proprio il Polo Carni Italiane di cui da due anni siamo insigniti portando in giro per l’Italia i valori degli allevatori italiani, anche grazie alla forte collaborazione con l’associazione italiana allevatori (Aia) e Federunacoma. Per questo puntiamo sempre più sul contributo del Sistema allevatoriale che è fondamentale anche per portare avanti quell’obiettivo generale di comunicazione di quelle che sono le autentiche eccellenze dell’agroalimentare nazionale», ha aggiunto il presidente di Umbriafiere, Stefano Ansideri.
Agriumbria si terrà a Bastia Umbra (Pg) dal 5 al 7 aprile del prossimo anno. Giunta alla 55esima edizione, la fiera perugina di fatto è la casa dell’agricoltura italiana con oltre 85mila presenze nelle ultime due edizioni. Quello di Agriumbria è un fenomeno ampiamente riconosciuto dai principali operatori italiani, che trovano proprio in questa mostra il luogo eletto per accordi, contratti e sinergie. E che fa della fiera di settore più grande del Centro Sud Italia, la prima a livello nazionale per il comparto zootecnico, anche per il fatto che è diventata ufficialmente il “Polo delle Carni Italiane” che affianca l’Osservatorio sui consumi.
Agriumbria nasce da una felice intuizione dell’ideatore della manifestazione agricola, Lodovico Maschiella, e nel 1969 viene organizzata la prima “fiera moderna”, la fiera dell’agricoltura. Negli anni è nata l’Associazione Agriumbria, composta da Enti e Associazioni di categoria, per la gestione e il coordinamento della fiera. Oggi, dopo un lungo percorso, Agriumbria, Mostra dell’Agricoltura, Zootecnia e Alimentazione rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale per la valorizzazione del settore agricolo e costituisce un momento di discussione e riflessione sulle prospettive e sul futuro dell’Agricoltura.