ROMA – Scorte della precedente campagna per 153 mila tonnellate di olio di oliva, il 28,5% in meno rispetto alla situazione di inizio ottobre dello scorso anno quando erano circa 215 mila. Poco più di 20 mila di queste sono certificate biologico (-31,8% rispetto ad un anno fa).
Prende il via così la nuova campagna olearia 2023/24, che secondo le stime dovrebbe attestarsi sulle 290 mila tonnellate.
A renderlo noto è il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), che ogni mese pubblica il report sulla base dei dati dei registri telematici dell’olio e che ha appena diffuso i dati al 30 settembre scorso.
Complessivamente, di extravergine ne sono rimasto 105 mila tonnellate, di cui solo 38 mila 100% italiano. Di olio lampante ne sono stoccate 15 mila tonnellate, e poi ancora 13 mila tonnellate di olio di oliva e raffinato, 10 mila di olio di sansa di olive e 2.500 tonnellate di olio vergine. La quasi totalità dell’olio in giacenza si trova nei serbatoi dei grandi confezionatori. Lo dimostra anche la distribuzione geografica delle giacenze che vede, dietro la provincia di Bari al primo posto, le province di Perugia, Lucca e, più distanziate, Siena e Firenze.
Pari a poco più di 5,4 milioni i litri di Dop e Igp ancora presenti nei registri telematici, di cui due terzi relativi a Terre di Bari, Igp Toscano, Val di Mazara e Igp Sicilia.