ROMA – La produzione di olio di oliva italiana nel 2023/24 dovrebbe attestarsi intorno alle 290mila tonnellate, con un aumento del 20% circa rispetto alle 240.000 tonnellate del 2022.
Al Centro-Nord si registrano importanti cali produttivi, mentre al Sud la situazione è migliore ma non è comunque omogenea. I prezzi alla produzione restano elevati e si dovrebbero attestare tra 915 euro e 925 euro a quintale.
Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale di Prodotto olio di Confagricoltura, Walter Placida, ad Askanews.
Quanto alle zone di produzione, “si registrano dei cali importanti nelle aree del Centro-Nord. Al sud, dove si fa il 90% della produzione totale italiana, la produzione è disomogenea. In Puglia la raccolta va bene, salvo in alcune aree dell’alto Barese – spiega l’esponente di Confagricoltura – dove ci sono stati dei danni da grandine, anche la Calabria ha una buona produzione, mentre le zone più a Sud hanno meno volumi”. (fonte Masaf)
Secondo le stime di Confagricoltura, l’andamento dei prezzi alla produzione sarà quindi tra i 9,15 e i 9,25 euro a litro. Con ovvie ripercussioni a scaffale per i consumatori. “Già oggi sono visibili aumenti a scaffale di circa il 50% rispetto a gennaio e di circa il 60-65% rispetto agli andamenti degli ultimi 5 anni – ha detto Placida – Il rischio di prezzi molto più alti per il consumatore è concreto”.