FIRENZE – Apicoltura, per il 2024 la Regione Toscana ha stanziato nel complesso 1 milione e 104mila euro.
La giunta ha appena approvato il Programma su iniziativa della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, e presto usciranno i bandi relativi con i quali le risorse saranno ripartite tra i beneficiari del settore.
“Sono bandi attesi dagli operatori di un settore che per la Toscana rappresenta una ricchezza che intendiamo tutelare e sviluppare quanto più possibile – ha detto Stefania Saccardi – Le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo. Proprio per l’importanza che le api rivestono per la sopravvivenza del nostro ecosistema, mi auguro il successo in termini di richieste per i bandi che presto usciranno, come già per il 2023 che ci ha visto finanziare tutte le domande presentate”.
Come nel 2023 gli interventi finanziati sono finalizzati ad accrescere la redditività delle aziende, promuovere l’orientamento al mercato, promuovere i processi di integrazione e aggregazione, favorire la tutela e valorizzazione della biodiversità, creare e sostenere l’occupazione e promuovere la conoscenza dei consumatori.
Sono questi gli obiettivi raggiungibili tramite le azioni previste nei bandi in uscita e che riguarderanno:
– servizi di assistenza tecnica, consulenza, formazione, informazione e scambio delle migliori prassi, anche tramite la creazione di reti, agli apicoltori e alle organizzazioni di apicoltori;
– attività di informazione e promozione finalizzate ad aumentare la sensibilità dei consumatori verso la qualità, in particolare per i prodotti a denominazione d’origine e i prodotti da apicoltura biologica;
– investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali;
– lotta contro gli aggressori e le malattie dell’alveare, in particolare la varroasi;
– prevenzione dei danni causati da avversità atmosferiche e promozione dello sviluppo e dell’uso di pratiche di gestione adattate a condizioni climatiche in evoluzione;
– ripopolamento del patrimonio apistico;
– razionalizzazione della transumanza.