ROMA – La Federazione Apicoltori Italiani (FAI) dà vita alla Filiera dell’Ape Italiana: il progetto, finanziato dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste verrà presentato il 29 ottobre 2023 a Piacenza, in occasione dell’edizione d’autunno di Apimell, la Fiera Internazionale di Apicoltura.
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L’iniziativa è promossa grazie al Centro di Referenza Nazionale per la tutela e la salvaguardia dell’ape italiana (CRT4) coordinato dalla FAI, in collaborazione con Miele in Cooperativa (MIC), e si avvale della consulenza scientifica del Consiglio Nazionale per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria e del supporto tecnico dell’Associazione Italiana Allevatori Api Regine (AIIAR).
L’ape italiana è stata soggetta negli anni ad un processo di evoluzione e variabilità genetica che ha mutato l’identità e il comportamento delle colonie di api allevate nel nostro Paese; la certificazione della sottospecie di appartenenza, pertanto, oltre che essere monitorata va registrata alla Banca dati dell’Anagrafe Apistica Nazionale gestita dal ministero della Salute.
“Il nostro progetto – chiarisce il presidente della FAI Raffaele Cirone – mira a individuare le aree in cui il patrimonio genetico dell’ape italiana è ancora integro e a introdurre valori standard per il suo riconoscimento e buone pratiche per il suo miglioramento. Solo così potremo valorizzare un patrimonio di interesse collettivo che oggi conta circa due milioni di colonie”.
La genetica delle api, insomma, è una cosa seria: al punto che i sistemi di riconoscimento razziale che un tempo erano affidati ad un operatore umano chiamato a descrivere particolari caratteristiche morfometriche delle api, vengono oggi affidati ai marcatori molecolari del Dna e all’intelligenza artificiale: sistemi innovativi, veloci e precisi, cui la Filiera dell’Ape Italiana sta già facendo ricorso per la necessaria azione di tutela del nostro patrimonio apistico nazionale.