MONTICHIARI (BS) – Alla 95esima Fazi di Montichiari è stato il giorno della visita del ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida.
Puntualissimo, entra insieme all’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Alessandro Beduschi, e si ferma con la stampa, prima di una visita – accompagnato dal direttore Ezio Zorzi – ai padiglioni del Centro Fiera e all’area di ricovero degli animali, dove gli allevatori stavano preparando le bovine in vista delle mostre nazionali della razza Jersey e della Frisona italiana.
Ministro Lollobrigida, che numeri ci sono nella manovra economica per il comparto?
“Ci sono numeri importanti rispetto allo stanziamento complessivo. Ribadiremo le misure che nello scorso anno abbiamo sviluppato e implementeremo quelle rivolte all’innovazione per garantire in agricoltura maggiore produzione, maggiore qualità e maggior reddito diminuendo l’impatto ambientale.
Nell’ambito della legge di Stabilità abbiamo promosso molti bandi; in questi giorni ne usciranno alcuni rivolti al mondo zootecnico e alle imprese agricole in ottica innovazione. Dobbiamo sempre più avere allevamenti in grado di garantire benessere animale e qualità del cibo e il governo, con tutte le difficoltà della fase congiunturale e della mancanza di risorse dovuta a debiti straordinariamente accresciuti anche negli ultimi anni, prevede di sostenere questo mondo che è tornato a essere centrale anche nel dibattito pubblico”.
È un mondo che però si sente un po’ sotto attacco dall’Europa…
“È un problema di prospettive. Per tanti anni l’Europa ha vissuto di certezze. Eravamo certi che la libertà personale non si potesse perdere, poi abbiamo scoperto la pandemia, che limitava la libertà a prescindere da aver commesso crimini. Poi è arrivata la guerra di aggressione russo-ucraina e abbiamo scoperto che mettersi in mano a dittatori per l’approvvigionamento energetico, di fertilizzanti o, ancora, di cibo mette a rischio la sovranità e la possibilità per gli stati di essere liberi e, di conseguenza, anche per i cittadini di potersi alimentare come vogliono. Questo quadro in Europa sta cambiando. Ancora oggi però esistono dei tentativi di aggressione al nostro modello produttivo”.
Quando andrà in Aula la legge contro il cibo sintetico?
“È calendarizzata per il 6 novembre. Il Parlamento è sovrano e deciderà in merito, ma porteremo in porto, spero, questo risultato. Sui giornali di tutto il mondo l’Italia appare come un modello per la garanzia che offre nell’ambito della sicurezza alimentare e della qualità per tutti. Abbiamo condiviso questo impegno contro il cibo sintetico con le associazioni agricole, con Coldiretti in particolare, che ha raccolto milioni di firme, con i Comuni italiani, con le Regioni. C’è un grande movimento democratico a sostegno di questa legge”.
Montichiari per tre giorni è la capitale europea della zootecnia. C’è voglia di fare innovazione.
“È per questo che siamo qui, per confermare la nostra completa vicinanza a questo settore, nella logica di un’agricoltura e un allevamento sempre più sostenibili da ogni punto di vista. Lo sa bene l’assessore Beduschi, che viene da una delle aree zootecniche più vocate e che garantisce un livello dei prodotti agroalimentari che noi intendiamo difendere. Dobbiamo garantire anche ai giovani una prospettiva occupazionale, perché questo mondo offre migliaia di posti di lavoro, anche grazie agli studenti degli istituti agrari che oggi continuano a formarsi e a crescere in termini culturali. È importante garantire un nuovo modello di sviluppo agricolo che metta insieme l’allevamento e l’agricoltura tradizionale con tecnologie di produzione e di trasformazione in grado di assicurare maggiore produttività e maggiore redditività”.
È stata approvata nei giorni scorsi in Europa la riforma delle Indicazioni Geografiche. Quali opportunità ci sono per l’Italia?
“È un grande risultato, raggiunto in modo trasversale. Abbiamo lavorato insieme al collega Paolo De Castro, che proviene da un’altra area politica, ma che ha gli stessi valori, perché ha fatto il ministro dell’Agricoltura prima di me. Abbiamo lavorato in sintonia coi colleghi Dorfmann, Procaccini e Fidanza e con tutti quelli che in Europa danno attenzione alla protezione del nostro valore aggiunto, che è dato dalla indicazione del luogo di produzione, dalla capacità di garantire il consumatore finale. Per gli italiani è normale conoscere il luogo di produzione dei prodotti tipici e come sono stati ottenuti, ma per il resto del mondo è un aspetto difficile da far comprendere. E allora ecco che le Indicazioni Geografiche servono a questo: garantire la protezione dei prodotti che non devono essere imitati. Per noi, dunque, la riforma delle IG è un risultato straordinario. Ogni anno noi abbiamo un danno di 100 miliardi dall’Italian sounding. Avere la garanzia in sede internazionale della protezione delle nostre IG determina una maggiore propensione alle vendite”.