NAPOLI – Con decreto dirigenziale n. 643 del 30 ottobre 2023 la Regione Campania ha approvato il terzo bando dell’azione B “Sostegno a investimenti nelle aziende zootecniche bufaline” della tipologia d’intervento 4.1.1 “Supporto per gli investimenti nelle aziende agricole” del Psr (periodo transitorio).
Destinata esclusivamente alle aziende zootecniche della filiera bufalina della Campania, l’azione B della 4.1.1 è stata introdotta nella versione 10.1 del Programma per rispondere all’esigenza di un’adeguata ristrutturazione e ammodernamento delle aziende oltre che di una riorganizzazione dei processi produttivi.
In particolare, l’azione B intende promuovere e sostenere: l’affermazione di un’agricoltura forte, giovane e competitiva, propensa alla innovazione, favorendo i processi di ricambio generazionale qualificato; la riduzione delle debolezze strutturali delle aziende bufaline, stimolando la competitività, lo sviluppo e la migliore organizzazione della filiera produttiva nonché la realizzazione di progetti compatibili con le possibilità di spesa delle aziende; la riduzione dell’impatto ambientale dell’allevamento bufalino; il miglioramento del benessere animale, della biosicurezza e della qualità delle produzioni.
Il bando ha una dotazione finanziaria di circa 16,5 milioni di euro e trova applicazione sull’intero territorio regionale.
Possono presentare domanda di sostegno gli agricoltori, in forma singola e associata, che conducono imprese zootecniche bufaline e in possesso dei requisiti indicati nel bando, tra cui:
– aver già costituito, aggiornato e validato il fascicolo aziendale;
– essere iscritti nel registro delle imprese della Camera di Commercio competente con il codice Ateco 01;
– una dimensione economica dell’impresa, espressa in termini di Produzione standard, almeno pari a 12mila euro per le aziende che ricadono nelle macro-aree C e D del Psr e a 15mila euro per le aziende delle macro-aree A e B.
Il sostegno è concesso per piani di sviluppo aziendale realizzati esclusivamente sulle superfici aziendali ricadenti nel territorio della Campania. Ai fini dell’eleggibilità della domanda di sostegno, il bando prevede una serie di altri requisiti tra cui:
– gli investimenti devono essere realizzati su immobili nella disponibilità del richiedente (proprietà, diritto reale, diritto personale di godimento, con esclusione del comodato d’uso) per un periodo di almeno 8 anni dalla data di presentazione della domanda di sostegno e dimostrata da contratto registrato (o atto aggiuntivo al contratto stesso, analogamente registrato);
– il progetto deve riguardare la fase di produzione e/o trasformazione e/o commercializzazione dei prodotti agricoli appartenenti all’Allegato I del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue) ed esclusivamente nell’ambito della filiera bufalina;
– gli investimenti per la trasformazione e commercializzazione sono ammissibili a condizione che: le materie prime agricole da impiegare nel processo di trasformazione e commercializzazione siano prevalentemente (più del 50%) di origine aziendale; i prodotti, sia in entrata che in uscita, appartengano all’Allegato I del Tfue;
– la spesa ammessa, prevista per la realizzazione del piano di sviluppo aziendale, dovrà risultare pari ad almeno: euro 15.000,00 per le aziende la cui superficie aziendale ricade prevalentemente nelle macroaree C e D; euro 25.000,00 per quelle la cui superficie aziendale ricade prevalentemente nelle macroaree A e B.
Sono ammissibili al contributo solo gli investimenti previsti dal piano di sviluppo aziendale redatto nella forma di business plan (attraverso l’utilizzo dell’applicativo ‘Business plan on line – Psr’/Bpol-Psr, realizzato da Ismea nell’ambito della Rete rurale nazionale ed accessibile dal portale Sian), coerenti con l’obiettivo di sviluppo prefissato e che riguardino esclusivamente le attività di produzione, prima lavorazione, trasformazione e commercializzazione, specifiche per la filiera bufalina, in coerenza con quanto previsto dal Reg.(Ue) n.1305/2013 (art. 45, paragrafo 2).
Le aziende sono tenute, nella loro proposta progettuale, al raggiungimento delle condizioni di biosicurezza “paragrafo § C. 3- Requisiti di biosicurezza” e all’ “allegato B” del Programma obbligatorio di eradicazione delle malattie infettive delle specie bovina e bufalina in Regione Campania, approvato con delibera di Giunta regionale n. 104 dell’8 marzo 2022.
Nel dettaglio, sono ammissibili i seguenti investimenti:
a) miglioramenti fondiari per: la realizzazione di elementi strutturali per la gestione dei pascoli aziendali (drenaggi esclusi); la sistemazione dei terreni aziendali allo scopo di evitare i ristagni idrici e l’erosione del suolo (sono esclusi i drenaggi);
b) costruzioni/ristrutturazioni di immobili produttivi (stalla, sala mungitura, paddock, fienili e depositi), con esclusione di quelli per uso abitativo;
c) realizzazione di strade poderali (totalmente comprese nei limiti dell’azienda), spazi per la manovra dei mezzi agricoli, recinzioni ed altri investimenti non indicati alle voci precedenti;
d) interventi sulle strutture di allevamento che contribuiscono al miglioramento del microclima, alla biosicurezza, alla razionale gestione dei reflui e alla riduzione di emissioni in atmosfera attraverso la realizzazione, l’adeguamento e l’installazione di: finestre, inserimento di cupolini e sfiatatoi sui tetti; isolamento delle tettoie; aeratori, insufflatori ed estrattori di aria, nebulizzatori; meccanismi di apertura e/o copertura paddock e silos; pavimentazione grigliata, anche rivestita in gomma; recinzioni perimetrali atte anche ad evitare l’ingresso di cani o animali selvatici, con annessi passaggi carrabili (escluse quelle in muratura); apprestamenti per la difesa attiva da uccelli, insetti e roditori; vasche per il bagno podale; piano di pareggiamento delle unghie; idonea segnaletica; aree di sosta destinate ai mezzi del personale aziendale, dei visitatori e fornitori; strutture per la disinfezione degli automezzi prima dell’accesso in azienda e in uscita; area destinata all’infermeria; spogliatoi dedicati al personale per il cambio degli indumenti, al fine di consentire l’utilizzo di abiti di uso esclusivo all’interno dell’azienda; strutture per la quarantena di capi di nuova introduzione o reintroduzione in azienda, per la verifica sanitaria preventiva prima del contatto con gli animali già presenti in azienda ovvero per l’isolamento di animali risultati infetti in attesa dell’invio al macello; sale parto o box parto individuali, idonei alla completa ed efficace pulizia e disinfezione; vitellaie idonee al soddisfacimento delle esigenze di specie; aree per il carico degli animali morti in azienda, ubicate in posizioni tali da evitare l’ingresso dei mezzi di trasporto specifici nelle zone di allevamento; strutture per lo stoccaggio degli alimenti destinati agli animali allevati, atti ad evitare la contaminazione degli alimenti stessi con microrganismi patogeni, anche a causa di vettori quali ad esempio ratti o uccelli selvatici; costruzione/ristrutturazione di strutture per il recupero e il riutilizzo dell’acqua piovana nei cicli produttivi aziendali;
e) acquisto di macchinari, attrezzature ed impianti che contribuiscono alla biosicurezza, alla razionale gestione dei reflui, alla riduzione di emissioni in atmosfera: contenitori di stoccaggio per effluenti liquidi/non palabili ed effluenti palabili, esterni ai ricoveri e dotati di sistemi finalizzati al contenimento delle emissioni; impianti e attrezzature per la rimozione delle deiezioni dalla stalla; impianti e attrezzature per l’incremento della frequenza di rinnovo lettiera e/o rimozione mediante raschiatori meccanici; separatori solido/liquido; impianti e attrezzature per la distribuzione sotto superficiale dei liquami; impianti di disinfezione in entrata e in uscita; impianti di lavaggio e sanificazione dedicati ai mezzi aziendali, con relativa vasca di raccolta dei liquidi di lavaggio; impianti per il miglioramento della climatizzazione; impianti per il riscaldamento dell’acqua presente nelle vasche di abbeveramento;
f) costruzione e/o ristrutturazione di fabbricati per la prima lavorazione, trasformazione, commercializzazione dei prodotti dell’allevamento provenienti dall’attività aziendale, a condizione che il prodotto in uscita sia compreso tra quello dell’Allegato I del Tfue;
g) acquisto di macchinari, impianti ed attrezzature per le attività di produzione, prima lavorazione, trasformazione, commercializzazione (il prodotto in uscita deve sempre essere compreso nei prodotti dell’Allegato I del Tfue);
h) impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, dimensionati esclusivamente in riferimento alle esigenze energetiche dei processi produttivi aziendali (massimo 1Mw), tenendo conto che:
– gli impianti devono rispettare i criteri minimi di efficienza previsti dalla normativa vigente in materia;
– in tutti i casi, gli impianti di produzione di energia: non devono utilizzare biomassa da produzioni agricole a questo dedicate; non devono utilizzare biomassa classificabile come rifiuto ai sensi della normativa ambientale vigente in materia di rifiuto; non devono comportare occupazione di suolo agricolo; non devono utilizzare biomassa da effluenti zootecnici; il 100% dell’energia prodotta (elettrica e termica) deve essere reimpiegata in azienda;
– gli investimenti in impianti il cui scopo principale è la generazione di energia elettrica da biomassa sono ammissibili al finanziamento a condizione che sia recuperata una percentuale minima pari al 50% dell’energia termica totale prodotta dall’impianto in conformità a quanto disposto dal Reg. (Ue) n. 807/2014 (art.13 comma 1 lett. d) );
i) realizzazione/ristrutturazione di locali destinati alla vendita diretta delle produzioni aziendali e relative attrezzature;
l) spese per il vano di carico isotermico o refrigerato connesso alle attività produttive dell’azienda, serbatoi per la raccolta e il trasporto di reflui zootecnici;
m) investimenti immateriali: acquisizione di programmi informatici e brevetti/licenze non integrati nel funzionamento degli impianti, delle macchine e delle attrezzature;
n) spese generali direttamente collegate all’operazione finanziata e necessarie per la sua preparazione o esecuzione entro i massimali indicati nel bando.
L’aiuto è concesso sotto forma di contributo in conto capitale sulla spesa ammissibile. L’importo massimo del contributo pubblico concedibile all’azienda, per l’intero periodo 2014-2022, è pari a 1,5 milioni di euro. La spesa emergente dal progetto d’investimento presentato non può superare il limite posto dall’aliquota di sostegno applicabile per le caratteristiche del richiedente.
La percentuale di sostegno è pari al 50% della spesa ammessa a finanziamento. L’aliquota è maggiorata del 10% se il richiedente (titolare di ditta individuale o rappresentante legale, nel caso delle società), alla data di rilascio della domanda di sostegno sul portale Sian, ha un’età non superiore a 40 anni (41 anni non compiuti), possiede adeguate qualifiche e competenze professionali e si è insediato nell’impresa agricola in qualità di capo azienda nei 5 anni precedenti, conformemente al Reg. (Ue) n. 1305/2013 (art. 1, par.1 lett. n) ).
Il termine ultimo per la presentazione delle domande di sostegno sul portale Sian è fissato 15 gennaio 2024.