RIMINI – Un’ampia maggioranza di giovani non crede che l’agricoltura sia tra i principali responsabili degli sprechi d’acqua (76%) né di quelli alimentari (87%), in controtendenza rispetto al dibattito pubblico che spesso le attribuisce tali dispersioni, per via di una diffusa disinformazione circa la transizione green del settore primario.
La relazione tra agricoltura e cambiamenti climatici, infatti, è spesso foriera di notizie fuorvianti, anche a causa della scarsa comunicazione, da parte delle imprese del settore, del proprio impegno verso la sostenibilità. Con l’intento di evidenziare le numerose buone pratiche del comparto, Confagricoltura, dal 1920 la più antica organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana, ha costruito un questionario insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, dal titolo “Un’agricoltura sostenibile: quanto ne sai? News e fake news”, presentato oggi a Ecomondo, la fiera per la transizione ecologica e i nuovi modelli di economia circolare, in corso a Rimini.
L’obiettivo dell’indagine è sondare il livello di conoscenza, nello specifico tra le nuove generazioni, circa i progressi, gli investimenti e le innovazioni che le aziende agricole hanno adottato per adattarsi e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e per soddisfare consumatori sempre più attenti alla sostenibilità dei sistemi di produzione e dei prodotti finali. Tra i rispondenti, la fascia di età maggiormente registrata è tra i 18 e i 24 anni (30%) e il genere è quello maschile (56%).
“Siamo piacevolmente colpiti dal grado di informazione delle nuove generazioni in merito all’impegno dell’agricoltura nella transizione green. Come si evince dal sondaggio di Confagricoltura con l’Università Cattolica di Piacenza, quasi 8 giovani su 10 riconoscono che il settore agro-alimentare non rientri tra le principali cause dei cambiamenti climatici, in controtendenza rispetto a quanto spesso affermato da politici e media. Tuttavia, persistono delle distorsioni, pertanto è fondamentale incentivare una corretta comunicazione delle buone pratiche in agricoltura, il settore da sempre legato a doppio filo con natura e ambiente” ha dichiarato Dario Giardi, responsabile sostenibilità ed economia circolare di Confagricoltura.
“Come Università siamo interessati alla percezione da parte dei non addetti ai lavori, e in particolare dei giovani, della relazione tra agricoltura e ambiente. Siamo consapevoli della facilità con cui certe informazioni fuorvianti possono circolare e della difficoltà oggettiva di comunicare contenuti scientifici complessi, d’altro canto riteniamo che una comunicazione corretta sia un dovere nei confronti della collettività” ha dichiarato Paolo Sckokai, professore di Economia agro-alimentare all’Università Cattolica di Piacenza, aggiungendo: “I risultati del sondaggio sono incoraggianti; ora è tempo di lavorare in sinergia. Le strategie di mitigazione e adattamento da parte del comparto agricolo sono ovviamente indispensabili, ma è altrettanto importante che questo percorso sia condiviso con gli altri settori produttivi e che l’opinione pubblica possa disporre di informazioni rigorose”.