FIRENZE – Raccogliere adesioni per la lavorazione di carni di ungulati selvatici destinate alla beneficenza, grazie alla successiva distribuzione a cura del Banco Alimentare.
Questo l’obiettivo dell’avviso pubblico disponibile sui siti istituzionali delle Asl toscane e destinato ai Centri di lavorazione selvaggina (Cls), che potranno successivamente avviare il percorso per la cessione in beneficenza della carne proveniente da ungulati selvatici abbattuti nell’ambito dei piani regionali di controllo.
Con propria delibera 961/2023 la Regione ha previsto l’erogazione dei rimborsi dei costi sostenuti dai Cls attraverso le Asl, destinatarie per l’annata venatoria 2023/2024 (fino al 31 maggio) di un finanziamento complessivo di 40mila euro: 18 mila alla Asl Sud Est; 11.000 alla Nord Ovest; e altrettanti 11.000 alla Centro.
“Questo progetto, – dice la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – che ho tenuto a battesimo quando ero responsabile della sanità regionale, consente un impiego socialmente utile delle carni dei cinghiali abbattuti. Ci dà la possibilità di far fronte in parte all’emergenza ungulati e al tempo stesso di distribuire alle persone in difficoltà alimentare, un prodotto ad alto valore nutrizionale come la carne, in questo caso di cinghiale. L’iniziativa si inserisce in un’ottica di economia circolare, che permette di ottimizzare le risorse del nostro territorio con un obiettivo non solo ambientale ma sociale. Ringrazio Il Banco alimentare e alla rete della Caritas che sul territorio della regione provvederanno a far arrivare materialmente sulle tavole delle persone le carni degli animali abbattuti”.
“Con la pubblicazione dell’avviso – afferma l’assessore alla sanità, Simone Bezzini – siamo entrati nella fase operativa di questa iniziativa che ci auguriamo, anche quest’anno, possa portare un po’ di sollievo nella vita delle famiglie più in difficoltà. Credo sia importante evidenziare come questo progetto di solidarietà, che nasce in collaborazione con l’assessorato all’agricoltura, caccia e pesca e con gli ambiti territoriali di caccia toscani, presenti molteplici ricadute positive, non solo sotto l’aspetto etico sociale, ma rispondendo anche ad esigenze di carattere igienico sanitarie grazie. Le carni, infatti, prima di essere distribuite saranno ispezionate nei centri di lavorazione selvaggina dai veterinari delle Asl, chiamati a condurre un’azione diretta di prevenzione e rilevamento precoce di eventuali malattie che possono colpire la fauna selvatica, e così garantendo al fruitore un prodotto di qualità che rispetti gli standard in materia di sicurezza alimentare. Doveroso un ringraziamento al Banco alimentare che con le sue infrastrutture e la rete di distribuzione ci consente, non solo per questa iniziativa, di intercettare e sostenere i bisogni essenziali delle persone in condizioni di svantaggio o di marginalità.”
Le carni deriveranno da una quota dei capi abbattuti secondo le modalità previste dalla legislazione regionale e che gli ATC decideranno di destinare all’iniziativa di beneficenza alimentare. Inoltre è prevista anche la cessione di capi provenienti dall’attività venatoria e di controllo regolamentata anche da parte di soggetti terzi: Enti parco regionali, squadre di caccia al cinghiale, distretti di gestione degli ungulati, AFV e AAV.
Le carcasse lavorate verranno affidate per la distribuzione al Banco Alimentare della Toscana, che è dotato di un’organizzazione e di una rete territoriale specifica e peculiare che consente la conservazione delle carni garantendo il rispetto degli obiettivi di sicurezza alimentare e la loro distribuzione al fine di sostenere i bisogni essenziali delle famiglie e delle comunità toscane.