Monitor dei distretti Agroalimentari Intesa: esportazioni complessive ad oltre 13 miliardi di euro

PAVIA – Dal Monitor dei distretti agro-alimentari italiani al 30 giugno 2023, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, emerge che le esportazioni complessive dei distretti agro-alimentari italiani mostrano un trend positivo nel primo semestre del 2023 (+5,3% tendenziale), a fronte di oltre 13 miliardi di euro di esportazioni.

Questo risultato include tuttavia anche un significativo effetto prezzo (+9% circa
l’incremento dei prezzi all’export stimato per gli oltre 50 distretti monitorati).
La prima filiera per valori esportati è quella del vino, a circa 3,3 miliardi di euro nel primo
semestre 2023 (+1,4% tendenziale). Buona tenuta per i Vini di Langhe, Roero e Monferrato
(+0,7%) e per il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+4,2%). In flessione il distretto dei
Vini del veronese (-1,2%) e quello dei Vini dei colli fiorentini e senesi (-7,8%).
La filiera della pasta e dolci supera i 2,1 miliardi di euro nel semestre (+10,1% tendenziale),
risultato ancora spinto dalla dinamica dei prezzi (+8,4% l’indice dei prezzi alla produzione
sui mercati esteri per l’industria della pasta nei primi sei mesi del 2023). Performance
positive nel semestre per tutti i distretti della filiera: +9,1% per il distretto dei Dolci di Alba
e Cuneo, +10,3% per il comparto pasta dell’Alimentare napoletano, +3,2% per i Dolci e
pasta Veronesi.

La filiera dei distretti agricoli chiude in leggero calo il primo semestre 2023 sfiorando i 2
miliardi di euro (-2,8%) a causa sia della riduzione dei consumi per l’aumento
dell’inflazione, sia per gli effetti degli eventi climatici avversi che compromettono i raccolti.
In controtendenza l’Ortofrutta romagnola che cresce del +17% nel semestre: gli eventi
alluvionali del maggio del 2023 non hanno ancora prodotto effetti sulle esportazioni.
Buon risultato della filiera delle conserve, che raggiunge 1,5 miliardi di euro nel primo
semestre (+15,4%). In accelerazione il comparto conserve dell’Alimentare di Parma
(+28,4%), dell’Alimentare napoletano (+11%) e dell’Ortofrutta e conserve del foggiano
(+29,3%) oltre che le Conserve di Nocera (+16,3%); il comparto conserve dell’Alimentare
di Avellino chiude il semestre in sostanziale parità (+0,6%).

Dinamica positiva per la filiera delle carni e dei salumi, con i sette distretti che la
compongono a oltre 1,2 miliardi di euro di esportazioni (+10% rispetto al primo semestre
del 2021). La miglior performance nel semestre va alle Carni di Verona (+23,4%), che
aveva sofferto nel 2022 a causa di un’epidemia di aviaria, bene anche i Salumi del
modenese (+7,4%), i Salumi di Parma (+15,4%) e i Salumi dell’Alto Adige (+13,2%)
mentre chiudono in territorio negativo le Carni e salumi di Cremona e Mantova (-6,7%).
La filiera del lattiero-caseario rallenta ma resta in positivo sfiorando 1,2 miliardi di euro di
esportazioni (+4%); la Mozzarella di Bufala campana sempre molto apprezzata all’estero
(+13,4%).

Tra i distretti del caffè, che realizzano nel complesso 700 milioni di euro di vendite
all’estero (+8,6%) spicca la crescita nel semestre del Caffè e confetterie del napoletano
(+19%). Il Caffè, confetterie e cioccolato torinese, principale distretto della filiera,
raggiunge quota 445 milioni di esportazioni (+7,6%) mentre il Caffè di Trieste si ferma a
+3,7%.

La filiera olearia chiude il semestre in incremento del 4,1% grazie alle buone performance
dell’Olio toscano (+3,9%) e al comparto oleario dell’Olio e pasta del barese (+43,8%) a cui
si contrappone il calo dell’Olio umbro (-11,6%). Continua la fiammata dei prezzi alla
produzione sui mercati esteri (+21% nel semestre) con la produzione italiana per il 2023 in
recupero, grazie soprattutto al raccolto in Puglia, che rappresenta la metà del totale
nazionale e cresce del 50% rispetto alla campagna dello scorso anno. Permane in deficit la
produzione mondiale a causa soprattutto dei crolli di produzione in Spagna, Turchia e
Grecia con le scorte che si stanno esaurendo ed il prezzo medio dell’olio extravergine
d’oliva (arrivato a livelli record) che sembra destinato a crescere ancora.

Nella filiera del riso i due distretti che la compongono continuano a crescere sui mercati
esteri: il Riso di Vercelli tocca +24,1% nel semestre e il Riso di Pavia +16,7%. La crisi
climatica taglia i raccolti di riso (si stima il 15% in meno per il 2023) e le tensioni sui prezzi
restano alte (+12% i prezzi alla produzione sui mercati esteri per l’industria molitoria nel
primo semestre del 2023); incide anche il blocco delle esportazioni di riso bianco non
basmati deciso dall’India a causa dell’effetto sui raccolti delle piogge monsoniche di
eccezionale intensità che hanno spinto le quotazioni ai massimi da quindici anni.
Pressoché stabile il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano che si attesta a +2,3%
nella crescita delle esportazioni.

La Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agro-
alimentari che seppur in rallentamento si mantiene in territorio positivo (+7,9%), soprattutto
per i prodotti agricoli (+2%), i vini (+8,3%) e le conserve (+15,6%). In flessione le vendite
verso gli Stati Uniti (-2,9%) che ha riguardano soprattutto i vini (-10,4%) e il lattiero-
caseario (-3,2%). Crescono le vendite in Francia (+12,3%), sostenute dalle filiere dei vini
(+26,8%) e del caffè (+29,6%); e verso Regno Unito (+11,7%) in particolare per le conserve (+26,4%) e pasta e dolci (+15,4%). Tra le economie emergenti, che rappresentano circa il 20% del totale delle esportazioni distrettuali agro-alimentari, vanno segnalate Polonia (+12,5% nel semestre) e Romania (+19,1%) e il forte recupero dei flussi verso la Russia (+12,6%), mentre continuano a perdere terreno le vendite in Cina (-8,6%).
“I segnali che arrivano dall’agroalimentare italiano sono positivi e confermano che la
qualità del made in Italy è apprezzata a livello internazionale. Il sostegno di Intesa Sanpaolo verso l’intera filiera, che va dall’agricoltura alle relative aziende di trasformazione, in questi mesi si svolge su più fronti: dagli strumenti finanziari più tipici, fino a quelli straordinari per governare in maniera prioritaria la transizione green – ha sottolineato Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo. – Attraverso progetti come Motore Italia Transizione Energetica, i finanziamenti S-Loan e il sostegno all’accesso ai bandi del PNRR, continuiamo a lavorare per fare in modo che la nostra consulenza sia decisiva nel ridurre l’impatto ambientale delle imprese nostre clienti. In parallelo per l’emergenza climatica abbiamo concesso in questi anni ben 4,5 miliardi di euro nell’ambito del credito di calamità dedicati a supportare gli operatori del comparto agroalimentare colpiti da fenomeni naturali estremi”.

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