ROMA – Dal 2019 l’UNESCO ha proclamato il 26 novembre “Giornata mondiale dell’olivo”, pianta mediterranea simbolo universale di pace, saggezza e armonia tra i popoli.
Lo ricorda il MASAF – Ministero dell’agricoltura, sovranità alimentare e foreste
L’olivo è un albero da frutto che cresceva spontaneamente, già nel 8500 a.C., lungo la costa meridionale dell’Asia Minore. Le prime piante selvatiche di olivo erano presenti anche sull’isola di Creta già dal 4000 a.C. circa e i cretesi ne incrementarono e perfezionarono la coltivazione. Furono pertanto gli antichi greci a diffondere la coltivazione dell’olivo in tutto il bacino del Mediterraneo. L’olio di oliva, quindi, ha origini antichissime. Ritrovamenti archeologici in Palestina e in Armenia, risalenti al 4000 a.C. circa, documentano l’utilizzo dell’olio di oliva anche in quei territori.
L’olio di oliva veniva usato per illuminare le lampade (olio lampante), come unguento curativo per la pelle e somministrato come medicinale. In particolare, Pyrgos, nell’isola di Cipro, nel 2000 a.C. circa, era nota per la produzione di cosmetici e olii profumati derivati dalla lavorazione dell’olio di oliva. Secondo la mitologia greca, fu per aver piantato la sua lancia nel suolo di Atene e aver dato origine al primo ulivo, la pianta più utile all’uomo, che Zeus concesse alla dea Atena la sovranità della città. Da allora l’ulivo fu considerato sacro, era proibito abbatterlo e il suo legno poteva essere utilizzato solo per plasmare statue di culto. La corona di rami delle olive selvatiche era il riconoscimento più alto per il vincitore dei giochi olimpici.
Tornando a tempi più recenti, per la Giornata mondiale dell’olivo, vi mostriamo alcune pubblicazioni conservate nel fondo antico della Biblioteca Storica Nazionale dell’Agricoltura.
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