MILANO – Ha riscosso ancora una volta grande successo di pubblico il consueto convegno di fine anno sull’agricoltura conservativa organizzato al Centro Fiera del Garda di Montichiari da Condifesa Lombardia Nord-Est: sala piena e grande interesse per l’11esima edizione del simposio, dedicato quest’anno alla ormai strettissima interconnessione tra “Rischio meteorologico e gestione dell’agrotecnica nel mais”.
L’occasione per tracciare un bilancio della difficile campagna 2023, segnata da pesanti avversità atmosferiche, ma anche per ribadire la necessità per il mondo agricolo di pianificare una nuova strategia per la tutela dei raccolti che contempli anche un più deciso e netto ricorso alla difesa attiva alla luce delle evoluzioni climatiche, che sono ormai una realtà con la quale è necessario confrontarsi in un’ottica di adattamento.
“Siamo reduci da un anno di grandissime criticità – ha esordito il presidente Condifesa Giacomo Lussignoli –. In cinque anni, dal 2019 al 2023, si sono contate tre annualità catastrofiche con danni rilevanti che coinvolgono sempre più spesso anche le coltivazioni estensive come il mais, con perdite quali-quantitative abbondantemente superiori alle medie storiche. Questo a lungo andare rischia di destabilizzare l’equilibrio che fino a qui ha consentito di garantire la tutela dei raccolti attraverso le polizze. Per questo bisogna lavorare sul fronte della difesa attiva, affidandoci a scienza e ricerca per migliorare rese, produttività e sostenibilità. E’ una scelta strategica di fondamentale importanza, anche per scongiurare il rischio di disaffezione dei coltivatori che provocherebbe una perdita di superfici e produttività per una coltura essenziale per le nostre filiere zootecniche”.
Il confronto è entrato nel vivo con Antonio Frigerio di Radarmeteo-Hypermeto, che ha presentato una serie di dati meteo-climatici per evidenziare l’incidenza di fenomeni come gelo tardivo, temperature elevate e siccità nel periodo 1991-2022, presentando anche un’analisi della fase instabile che dal 18 al 25 luglio di quest’anno ha causato grossi danni alla coltura del mais (e non solo) proprio in Lombardia. Concludendo con un quadro sulle possibili prospettive derivanti dal cambiamento climatico nei prossimi decenni: ulteriore aumento delle temperature (che potrebbe risultare più contenuto solo in presenza di una cospicua riduzione delle emissioni di CO2), del rischio di desertificazione, con lunghi periodi di siccità e sempre maggiori picchi precipitativi. Un quadro poco confortante, ma da affrontare con realismo nell’ottica di adattamento che deve sempre essere proprio del genere umano.
“Occorre predisporre le aziende agricole e i sistemi colturali a seminativi a questi nuovi e difficili scenari – ha detto il professor Amedeo Reyneri dell’Università di Torino -. Un primo passo è la progressiva sostituzione dei sistemi irrigui a scorrimento con quelli più efficienti, ma importante sarà anche predisporre piani di semina più elastici accoppiando colture e ibridi a cicli diversi per distribuire il rischio di incorrere in danni elevati. Per esempio nel mais si può andare verso varietà con più elevata stand ability e di tolleranza allo stress idrico e termico per ridurre potenziali cali produttivi”.
Sul fronte della difesa passiva, Roberto Confalonieri dell’Università di Milano ha invece parlato di polizze parametriche, nuovi prodotti assicurativi che non prevedono attività di perizia riuscendo per questo ad abbassare i costi. Ma in questo caso serve “su un nuovo approccio per lo sviluppo degli indici basato su tecniche di modellizzazione biofisica e di metamodellizzazione per superare i problemi di “basis risk” delle polizze parametriche, eventualità che si verifica quando gli indici su cui si basano sono scarsamente legati ai processi biologici e quindi al danno effettivo”.
La tavola rotonda su cambiamento climatico e nuove soluzioni di risk management ha visto protagonisti Marco Carrara, direttore dell’Associazione Regionale Condifesa di Lombardia, Giovanni Martinelli, vicer-presidente di Coldiretti Brescia, con Alessandra Bonetti, general manager Rurall.
In conclusione i risultati del terzo anno di sperimentazione di Mais Domani, un progetto che porta in campo le migliori innovazioni su mais, ideato da L’Informatore Agrario con la stretta collaborazione del Servizio Tecnico di Condifesa Lombardia Nord-Est e dell’Università degli Studi di Torino. Come illustrato da Lorenza Michelon, responsabile del Servizio Tecnico di Condifesa Lombardia Nord-Est,
l’iniziativa, giunta al terzo anno di sperimentazione, ha realizzato nel 2023 quattro isole dell’innovazione all’interno delle quali vengono confrontate diverse strategie colturali riguardanti la nutrizione minerale e idrica, l’impiego di biostimolanti, la difesa dalle erbe infestanti, le proposte della nuova genetica e la possibilità di impostare percorsi colturali di maggiore sostenibilità orientati a rispondere agli obiettivi della strategia “Farm to Fork”.
Un altro importante contributo per guardare al futuro con un’ottica di maggiore sostenibilità che allo stesso tempo può rappresentare una sfida per aumentare la produttività.