ROMA – La spesa per i consumi alimentari domestici nei primi nove mesi 2023 è aumentata del 9,2% su base annua, con un carrello che risulta alleggerito nei volumi.
E’ quanto emerge dall’ultimo report (4/2023) di Ismea.
Tra i canali distributivi il supermercato resta quello predominante con il 40% di share e con un fatturato a +9,8% su base annua. Il discount si conferma il canale dove si registra il maggiore incremento dei prezzi medi, ma resta quello con la miglior performance in termini di crescita fatturato: +10,5%, come gli iper, in netta ripresa rispetto allo scorso anno.
Le famiglie che più sentono la crisi
Tra le tipologie di famiglie acquirenti, sono quelle con figli piccoli e adolescenti a incontrare le maggiori difficoltà economiche e a dover introdurre strategie di risparmio volte a contenere gli aumenti di spesa. Per queste famiglie il carrello si alleggerisce e l’incremento della spesa è più contenuto rispetto a quello delle altre tipologie di famiglia: solo +2,6%. Di contro i nuclei familiari più maturi (over 55 sia soli che in coppia), incrementano i volumi acquistati, con un aggravio di spesa che si aggira tra il 12% e il 14%.
Come cambia lo scontrino
Aumenta la spesa per tutti i comparti alimentari. In netto aumento la spesa per le uova (+17%), per l’olio e.v.o. (+29,7%) per i comparti di latte e derivati (+14,8%) e dei derivati dei cereali (+13,9%). Im-portanti anche gli incrementi di spesa per le carni (+7,6%). Tra i confezionati aumenta la quota di pro-dotto a marchio del distributore che nel complesso, secondo un’indagine NIQ, arriva a coprire il 31% dei prodotti cosiddetti di Largo Consumo Confezionato (LCC).
Derivati dei cereali
L’incremento della spesa per il comparto dei derivati dei cereali è trainato dai “prodotti per la prima colazione” (+17,1%) e dal “pane e sostituti” (+16,8%), ma spicca tra tutti l’incremento della spesa per il riso (+24,8%). Cresce anche la spesa per la pasta (+10,1%). Resta sotto la media solo la crescita della spesa per le farine: +5,5%.
Proteici di origine animale
Per i prodotti lattiero caseari si registra il più ampio incremento della spesa (+14,8%), cui hanno con-tribuito tutti i prodotti della categoria; in particolare per il latte Uht, a fronte di una stabilità dei volumi acquistati, i consumatori hanno dovuto spendere il 20% in più rispetto all’analogo periodo del 2022. La dinamica di spesa per le carni è trainata soprattutto dalle referenze avicole, per le quali si registra anche un incremento dei volumi acquistati (+5,2%).
Ortofrutticoli
La spesa per il comparto ortaggi – freschi e trasformati – cresce del 9,4% trainata dall’incremento dei prezzi delle patate e dei prodotti trasformati a base di pomodoro. In controtendenza i prodotti di IV gamma che invece cedono volumi malgrado gli incrementi di prezzo sotto la media. Inferiore alla media l’incremento della spesa per la frutta (+5,4%). Alla base delle diverse dinamiche la variabilità dell’offerta e la debolezza della domanda.
Oli vegetali
Prezzi in veloce ascesa (+30%) e conseguente contrazione degli acquisti (-11%) per l’extravergine di oliva, mentre, dopo la fiammata dello scorso anno, si ferma la crescita dei prezzi per l’olio di semi.