ROMA – Poco più di 192 mila tonnellate di olive raccolte a oggi. Al termine dell’annata olivicola si cominciano a tirare le somme di una stagione che poteva andare peggio, ma forse anche meglio contando i dati ormai quasi definitivi.
Se le stime dell’annata olivicola parlavano di 280/290 mila tonnellate stimate ad inizio campagna, molto probabilmente non si andrà sopra alle 250 mila. A ridimensionare le previsioni non è stata tanto la quantità di olive raccolte, piuttosto la resa sicuramente più bassa di quelle che erano le aspettative.
Il registro Sian non lascia spazio a dubbi anche su un altro aspetto: il basso commercio interregionale di olive. I prezzi elevati hanno scoraggiato molti frantoi del centro-nord all’acquisto di partite di olive dal sud, come dimostra il lieve discostamento che si registra tra i quantitativi di olio registrato al 30 novembre e quelli al 15 dicembre.
Abbiamo messo la Puglia a parte, in premessa. E già, perché qui i frantoi stanno lavorando ancora a pieno regime. O meglio, mentre nell’area garganica e nel sud (Lecce e Taranto) siamo ormai prossimi alla fine, l’area brindisina dove insiste la Piana degli Oliveti Monumentali è intorno al 60/70% del raccolto, ancora più indietro il barese e il nord barese (la provincia della Bat) dove si è intorno al 60%. Ragion per cui i frantoi saranno operativi verosimilmente fino a tutto gennaio.
La Calabria, dal canto suo, ha completato la raccolta nel centro, la sta ultimando nell’area tirrenica ed è all’80% in quella ionica. Altri quindici giorni di lavoro e i frantoi chiudono.
Praticamente finita in Sicilia, dove gli addetti ai lavori stimano un 95% della raccolta completato, anche in questo caso con una produzione inferiore alle aspettative iniziali.
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