ROMA – Quasi 750 milioni di euro di danni causati dai cambiamenti climatici nel 2023, per quanto riguarda gli agricoltori assicurati con Asnacodi.
La grandine, in particolare, ha devastato migliaia di ettari di produzioni di eccellenza del nostro Paese. Berti: serve tutelarsi con un approccio integrato che sfrutti tutte le potenzialità della difesa attiva e passiva. Agabiti: dobbiamo continuare ad innovare per trovare soluzioni sempre più efficaci anche in periodi particolarmente complessi come quello che stiamo vivendo.
Devastanti effetti del cambiamento climatico anche nel corso del 2023: le coltivazioni, i raccolti e gli allevamenti hanno subito ingenti danni, mettendo a dura prova la resilienza del settore agricolo nazionale.
“Quest’anno abbiamo visto un susseguirsi di eventi avversi lungo tutta la stagione – sottolinea Albano Agabiti, presidente di Asnacodi Italia – iniziata paventando importanti gelate e proseguita con un alternarsi di siccità, alluvioni e grandine intensa. I danni provocati dalle avversità atmosferiche rappresentano una vera e propria emergenza per noi agricoltori, che vediamo nei risarcimenti un sostegno fondamentale per la sopravvivenza delle nostre attività”.
Andrea Berti, direttore di Asnacodi Italia, ha spiegato come “entro dicembre gli agricoltori assicurati che fanno parte del sistema Condifesa-Asnacodi Italia riceveranno quasi 750 milioni di euro a ristoro dei danni subiti, un aiuto concreto e tempestivo per sostenere un settore messo in ginocchio dalle bizze del clima. Ancora troppi gli agricoltori esposti al rischio, è impellente adottare una strategia integrata che preveda azioni di difesa attiva e passiva che riescano a lavorare in maniera sinergica per tutelare il reddito delle imprese agricole e, quindi le nostre eccellenze”.
I dati elaborati da Asnacodi Italia al termine dell’annata agraria parlano chiaro e descrivono una situazione complessa, da Nord a Sud del nostro Paese lacerato dai cambiamenti climatici. Basti pensare che con solo tre territori, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto si superano di gran lunga i 400 milioni di euro di risarcimenti a ristoro dei danni causati dalle notevoli grandinate, ma non solo. Infatti, nel 2023 si sono registrati danni importanti anche da eccesso di pioggia, siccità e vento forte.
Tutto il territorio nazionale, ad esclusione della Val d’Aosta, è stato colpito da avversità climatiche, come riportato nella figura qui a lato, che riporta il rapporto sinistri su premi a livello nazionale per regione, un rapporto che sottolinea l’impatto dei risarcimenti sui premi pagati (valore assicurato moltiplicato per la tariffa), un indicatore indiretto dei danni che si sono verificati rispetto al valore assicurato, più la percentuale è elevata maggiore è la percentuale di danni rispetto al valore assicurato. Ad esempio, la Lombardia fa segnare un rapporto del 166% a causa dei danni da grandine (oltre 85 milioni di euro) e da vento forte (oltre 15 milioni di euro). Anche il Sud Italia ha, purtroppo, riportato danni importanti, come in Sicilia che nel 2023 ha fatto registrare un indice sinistri su premi di oltre il 143%. Il Veneto evidenzia danni importanti pari a circa 190 milioni di euro dei quali 173 causati dalla grandine. Grandine che ha colpito tutte le province venete in particolare l’area del Prosecco con oltre 100 milioni di danni.
Serve unità e innovazione
Tutti gli agricoltori dello Stivale piangono la perdita delle proprie produzioni agricole locali, danni importanti che minano la sostenibilità delle aziende. “Proprio per questo – evidenzia Berti – è necessario trovare una sostenibilità di tutto il sistema della gestione del rischio. La sottoscrizione di polizze assicurative contro i rischi climatici rimane una pratica fondamentale ma non più sufficiente per il settore agricolo. Nel prossimo futuro sarà fondamentale riuscire ad implementare le strategie di mitigazione e adattamento del rischio, puntando a creare un sistema basato su un’integrazione sinergica tra strumenti assicurativi e mutualistici e strategia di difesa attiva”. “Siamo in prima linea e al fianco delle organizzazioni professionali – spiega Agabiti – per trovare soluzioni immediate, efficaci e soprattutto durature al momento particolare che il nostro mondo è chiamato ad affrontare. In maniera coesa ed unita possiamo guardare avanti con fiducia consci del lavoro svolto sino ad oggi e degli importanti risultati raggiunti” – conclude il presidente.