MODENA – Novità in vista sul fronte della tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP. L’Accordo di libero scambio tra Unione Europea e Nuova Zelanda, approvato definitivamente lo scorso 22 novembre dal Consiglio Europeo, ha infatti sancito una stretta importante sull’utilizzo improprio di alcune denominazioni, ed in particolare di alcune delle più importanti – in termini di valore economico – Indicazioni Geografiche italiane, di cui l’Aceto Balsamico di Modena IGP è uno dei principali esponenti.
Se è infatti vero che circa il 92% della produzione totale è destinata a raggiungere circa 130 Paesi in tutto il mondo, è altrettanto vero che una tale popolarità ha esposto questo prodotto simbolo del Made in Italy a innumerevoli tentativi di imitazione o, ancora di più, allo sfruttamento dell’italian sounding per promuovere prodotti che niente hanno a che fare con l’originale.
“La notizia è di fondamentale importanza – spiega il Direttore del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena Federico Desimoni – perché fuori dall’Europa come sappiamo il sistema delle Indicazioni Geografiche non è tutelato e riconosciuto, salvo che attraverso questo tipo di accordi. Avere quindi un altro mercato importante come la Nuova Zelanda che riconosce il sistema e ci da tutela è un passaggio fondamentale nella cultura della tutela in campo internazionale”.
I numeri dell’Aceto Balsamico di Modena IGP – Oggi il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena rappresenta un comparto la cui produzione certificata nel 2021 ha raggiunto il suo record storico superando i 100 milioni di litri in un anno, corrispondenti a oltre un miliardo in valore al consumo. Tali numeri collocano l’Aceto Balsamico di Modena IGP al primo posto tra gli ambasciatori del Made in Italy agroalimentare in termini di prodotto esportato, nonché nella top five delle specialità alimentari DOP ed IGP italiane per impatto economico a livello nazionale. Attualmente il comparto dell’Aceto Balsamico di Modena comprende 2400 aziende agricole, con una superficie vitata di oltre 14.000 ettari, 92 produttori di mosto e aceto di vino e 61 acetaie, impiegando tra i 25.000 e i 30.000 addetti lungo tutta la filiera produttiva.