ROMA – L’agricoltura spagnola può brindare ad un 2023 positivo. La produzione del ramo agricolo registra un valore record di 65.081 milioni di euro, il 3,3% in più rispetto al 2022.
I dati evidenziano la diversità dell’agricoltura spagnola e gli effetti delle avversità climatiche su alcune produzioni, fa sapere il Ministero dell’agricoltura della Spagna.
I consumi intermedi si attestano a 32.155 milioni di euro, che rappresentano un calo del 4,6% rispetto al massimo storico registrato nel 2022.
Il reddito agricolo è stato fissato quest’anno a 31.931 milioni di euro, il che rappresenta un aumento dell’11,1% rispetto al 2022, secondo la prima stima dei principali dati macroeconomici del settore agricolo del Ministero dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione di questo esercizio.
La produzione del ramo agricolo – che comprende le produzioni vegetali e quelle animali – registra un valore record di 65.081 milioni di euro, il 3,3% in più rispetto al 2022. L’aumento del valore della produzione e del reddito agricolo si basa principalmente sull’aumento prezzi e la diminuzione dei costi dopo i massimi registrati nel 2022.
Questo aumento globale riflette un comportamento molto differenziale che risponde alla grande varietà di produzioni spagnole, tra le quali quest’anno possiamo vedere quelle che sono state più duramente colpite dalla siccità. In termini generali, il fattore prezzo e la riduzione degli input hanno compensato il calo dei volumi, molto pronunciato in alcuni settori come quello dei cereali.
Il reddito agricolo, in termini attuali per unità di lavoro annuo (AUT), è aumentato del 16,9%, raggiungendo i 39.535 euro.
PRODUZIONE VEGETALE
La produzione vegetale è diminuita del 3,4% in valore, a 35.741 milioni di euro, a causa della diminuzione delle quantità prodotte (-11,7%), in un anno caratterizzato da una primavera insolitamente secca e calda su tutto il territorio nazionale. Il taglio dei volumi non è stato compensato dall’aumento dei prezzi ricevuti dagli agricoltori (9,4%).
I cereali subiscono una significativa diminuzione del 50% in valore, a causa sia della siccità, che ne ha ridotto il raccolto (-34,7%), sia del calo dei prezzi (-23,7%), dopo un anno 2022 in cui questi erano straordinariamente alto.
Allo stesso modo, notevole è stato il calo dell’olio d’oliva (-29,4% in valore nella campagna 2022-2023), a causa del suo scarso raccolto (-58,6%), che è stato in gran parte compensato da un significativo aumento dei prezzi (70,7%). In diminuzione anche il valore della produzione di vino e mosto (-20%), principalmente a causa della breve vendemmia registrata.
Quest’anno spicca la performance positiva del gruppo frutta, il cui valore è cresciuto del 16,9%, e degli ortaggi, che crescono dell’8,8%.
PRODUZIONE ANIMALE
La produzione animale raggiunge il valore record di 27.685 milioni di euro esclusivamente grazie all’aumento dei prezzi (+16,3%), poiché la quantità prodotta diminuisce rispetto all’anno precedente (-2,5%). Spiccano le carni suine (+16,3%) e quelle avicole (+6%), oltre al latte (+21,1%) e alle uova (32,2%).
FORNITURE
I consumi intermedi – che comprendono la spesa per sementi, energia, mangimi, fertilizzanti o prodotti fitosanitari – registrano una diminuzione in valore (-4,6% rispetto al dato record del 2022) e raggiungono i 32.155 milioni di euro abbinati ad una diminuzione dei prezzi (-5,3% ), poiché la quantità utilizzata è aumentata dello 0,7%. Questo comportamento è determinato principalmente dai mangimi (-2%), dall’energia e dai lubrificanti (-32,2%) e dai fertilizzanti (-13,6%).