ROMA – La produzione UE si prevede in flessione per il 2023 (-5% nei primi 9 mesi su base annua), confermando la tendenza negativa degli ultimi quattro anni.
La scarsa disponibilità di capi bovini maturi mantiene alta la tensione sui prezzi nel mercato europeo anche nella seconda metà del 2023.
A sottolinearlo è Ismea Mercati.
Situazione produttiva in Italia
Produzione in netta contrazione nei primi 9 mesi del 2023. I dati di macellazione della BDN evidenziano flessioni del 7% sul numero di capi rispetto allo scorso anno, mentre l’Istat ipotizza una perdita molto maggiore in termini di carne prodotta. La flessione delle importazioni di ristalli dalla Francia nel periodo luglio agosto 2023, inoltre, lascia presagire una riduzione dell’offerta di carne di vitellone ingrassata in Italia nei prossimi mesi.
Andamento dei prezzi
I prezzi dei vitelloni a fine anno restano su livelli elevati e tendenzialmente al rialzo (+3% a novembre rispetto a allo stesso mese dello scorso anno). Flessioni e livelli di prezzo inferiori allo scorso anno, invece, si riscontrano per i capi adulti e le relative carni a causa della pressione esercitata dalla concorrenza delle carni importate (soprattutto quelle da Germania e Polonia). Intanto i costi di produzione cominciano a ridimensionarsi.
Commercio estero
Le importazioni di bovini vivi da allevamento segnano nei primi otto mesi un decremento complessivo del 9,5% su base annua, con contrazioni che nei soli mesi di luglio ed agosto hanno interessato oltre 24 mila capi, di cui 10.000 broutards. Vale a dire che un 13% in meno di capi è stato reinserito in stalla per l’ingrasso durante l’estate. Sul fronte delle carni, invece, le importazioni dei primi otto mesi 2023 si attestano su livelli superiori del 5% rispetto a quelli dell’analogo periodo dello scorso anno.
Acquisti domestici
In crescita dello 0,7% i volumi di carni bovine acquistati nei primi 10 mesi del 2023 rispetto al 2022, sebbene proprio per queste lo scorso anno si era registrata la flessione più importante (-4,4% nel confronto con il 2021). La spesa per le carni bovine fresche cresce su base annua di un ulteriore 7,4% dopo il +4,8% del 2022.
Prospettive
Obiettivi primari per la filiera bovina italiana restano, oltre ad una maggiore autosufficienza produttiva sul fronte dei ristalli, anche una migliore riconoscibilità del prodotto di qualità e una maggiore aggregazione e compattezza tra gli anelli della filiera. Sicuramente una corretta informazione sul valore della carne e sui valori positivi raggiunti dalle filiere zootecniche aiuterà a sostenere i consumi in un momento in cui i proteici sembrano riacquistare la dovuta importanza all’interno delle diete.
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