VERONA – Il Custoza di Villa Medici affinato nel mare, tra alghe, molluschi e altre creature acquatiche.
L’azienda vitivinicola di Sommacampagna (Verona) ha lanciato sul mercato le prime mille bottiglie del suo Custoza doc superiore invecchiate nei fondali dell’Isola Pag, in Croazia, dall’azienda bergamasca Coral Wine Italia, una delle prime cantine subacquee nate in Italia.
Le bottiglie sono rimaste immerse per sei mesi ad una profondità di 15 metri e, grazie ad una combinazione di bassa luminosità, alta pressione e temperatura controllata, il vino si è evoluto in modo sorprendente, svelando note e sfumature uniche.
Le bottiglie di Custoza doc superiore “marinaie” hanno preso la strada dei mercati internazionali come Stati Uniti, Giappone e Corea. Il prezzo è lievitato: 70 euro il prezzo medio, rispetto ai 10 del doc superiore di partenza. Ma in un locale americano dell’alta ristorazione la bottiglia è stata messa in listino a 500 dollari. Un’esperienza entusiasmante, come riferisce Silvia Caprara, 27 anni, vicepresidente dei Giovani di Confagricoltura Verona.
È l’anima più giovane e innovativa della storica cantina di Sommacampagna, 34 ettari a vigneto nel teatro naturale delle colline moreniche del Garda e 23 tipi di vino prodotti, condotta dal padre Luigi, affiancato dalla moglie Paola.
“Il progetto è partito da una Fiera a Venezia, dove alcuni componenti di Coral Wine Italia erano presenti – racconta -. Hanno assaggiato il nostro vino superiore, lo hanno apprezzato e ritenuto adatto al loro tipo di affinamento. Da lì è nata la collaborazione. Loro hanno acquistato una parte di bottiglie e, dopo il procedimento marino, le hanno messe in vendita nei loro canali commerciali in tutto il mondo. Noi ne abbiamo tenute una parte per il nostro punto vendita e le abbiamo proposte anche come regalo di Natale. Un’idea originale, che è stata molto apprezzata”.
Il processo di affinamento subacqueo conferisce ad ogni tipo di vino caratteristiche uniche e distintive. Ogni bottiglia viene messa in sicurezza in speciali ceste metalliche, che ne contengono 150, e poi immersa, da una piattaforma, in profondità nel mare Adriatico. Per monitorare l’andamento dell’evoluzione organolettica delle bottiglie in acqua vengono effettuate periodiche immersioni di controllo. L’assenza di luce e ossigeno, oltre al leggero remouage sollecitato dal movimento nelle profondità degli abissi, sono gli ingredienti magici che fanno evolvere il vino in modo sorprendente. Il gusto, il colore, l’aroma cambiano, con sfumature che lo differenziano dalle bottiglie tenute in cantina. Anche la bottiglia diventa un’opera d’arte naturale unica, grazie all’azione della flora e della fauna marina sul vetro.
“Il Custoza immerso nel mare ha un affinamento accelerato – spiega Silvia Caprara -. Il doc superiore del 2021 si avvicina molto a quello delle normali bottiglie del 2017-2018. Il gusto diventa più rotondo e morbido. Il vino diventa, insomma, più deciso e importante. Come sostiene il Consorzio, il Custoza non è solo un vino da bere in annata, perché può dare il meglio di sé con il giusto affinamento, raggiungendo una maggiore complessità. Noi siamo soddisfatti della strada intrapresa: produciamo 15.000 bottiglie di doc superiore e l’anno prossimo ne affineremo in mare un maggior numero”.
Plaude al progetto Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Verona: “Esperienze come quella dell’azienda di Sommacampagna rappresentano l’essenza del percorso dei Giovani dell’organizzazione agricola, ossia il connubio tra tradizione e innovazione. E, con queste premesse, siamo sicuri che incontrerà i favori del consumatore moderno”.