ROMA – In Italia la campagna di trasformazione 2023 del pomodoro si è conclusa con una produzione complessiva di circa 5,4 milioni di tonnellate, in flessione dell’1,3% rispetto al 2022, nonostante le maggiori superfici investite.
A determinare il calo produttivo, sottolinea ISMEA nel report Tendenze Ortaggi con focus sulle conserve di pomodoro appena pubblicato, la riduzione delle rese per ettaro, in particolare negli areali settentrionali dove si sono attestate su livelli inferiori di quasi l’8% rispetto al 2022, e dell’1,4% rispetto al dato nell’ultimo triennio.
Penalizzate in particolare le province di Ravenna e Ferrara duramente colpite dall’alluvione dello scorso maggio che ha portato anche alla perdita di superfici trapiantate. L’Italia rimane comunque il terzo produttore mondiale di pomodoro fresco destinato alle conserve, con circa 5,4 milioni di tonnellate di pomodoro prodotte nel 2023, che corrispondono al 12% della produzione mondiale e a oltre la metà di quella europea.
Numeri che confermano il valore strategico del pomodoro da industria, una filiera che fa da traino all’agroalimentare nazionale con un fatturato di circa 44,6 miliardi di euro nel 2022, l’impiego di 10.000 lavoratori fissi e oltre 25.000 lavoratori stagionali, a cui si aggiunge anche la manodopera impegnata nell’indotto.
Le conserve di pomodoro sono tra i prodotti ortofrutticoli quelli che vantano il miglior saldo della bilancia commerciale italiana, con un attivo record di 2,5 miliardi nell’ultima campagna (settembre 2022-agosto 2023), maturato grazie ad un export che ha superato i 2,8 miliardi di euro. Gli introiti derivanti dalle spedizioni sono cresciuti del 25% grazie all’aumento del 32% dei listini medi.
In particolare, sono aumentati gli introiti derivanti dalle esportazioni di passate (+21%), pomodori pelati (+27%), concentrati 12-30% s.s. (+27%) e concentrati oltre 30% s.s. (+37%). Buona anche la dinamica degli acquisti domestici, che vede le conserve di pomodoro tra i pochi prodotti del carrello a registrare un segno più anche nei volumi di acquisto (+1,6% nella stagione commerciale 2022/23), a fronte di una crescita a doppia cifra della spesa (+24%).
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