FIRENZE – Una mostra e un convegno per raccontare la storia delle “Fattorie di Santa Maria Nuova al tempo dei Medici”: l’iniziativa è stata inaugurata oggi nella sede dell’Accademia dei Georgofili, in Logge degli Uffizi Corti.
E’ organizzata dall’Accademia dei Georgofili e dalla Fondazione Santa Maria Nuova, in collaborazione con Archivio di Stato di Firenze e Osservatorio Ximeniano, con il patrocinio e contributo di Regione Toscana, con il patrocinio di Comune di Firenze e Città Metropolitana, con il contributo del Consiglio Regionale della Toscana per la stampa del catalogo e della Fondazione Chianti Banca.
La mostra, che rimarrà aperta, con ingresso libero, fino al 16 febbraio (dal lunedì al venerdì con orario 9.00-13.00 e 15.00-18.30) è un viaggio tra le 22 fattorie che all’epoca dei Medici erano proprietà dell’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze, insieme ad altri possedimenti fondiari come case e poderi con chiese e terreni.
Il patrimonio immobiliare testimonia l’importanza anche economica di Santa Maria Nuova dal 1400 al 1700, quando l’Ospedale raggiunse un grande potere economico a livello cittadino ed extra-cittadino: a Firenze possedeva 94 case, 40 tra magazzini e botteghe, 16 mulini, e nei sobborghi della città aveva 23 poderi, 24 case, 3 mulini, 5 osterie e svariati appezzamenti di terreno. A documentare questa storia sono i “cabrei” (mappe descrittive) rinvenuti nel Fondo Santa Maria Nuova conservato all’Archivio di Stato di Firenze: i quasi due chilometri di scaffali raccolgono i documenti originali di Santa Maria Nuova dall’anno della sua fondazione 1288 agli anni Sessanta del Novecento, e sono attualmente oggetto di riordino e studio, grazie al finanziamento della Regione Toscana, e saranno al centro di una pubblicazione a cura della Fondazione Santa Maria Nuova.
La mostra espone sette dei più importanti cabrei in originale all’interno delle bacheche, più pannelli descrittivi delle singole fattorie. Eccezionalmente esposta per l’occasione la pala di Ridolfo del Ghirlandaio (Firenze, 1483-1561), Madonna col Bambino in trono e i santi Pietro e Paolo, olio su tavola proveniente dalla Chiesa di San Pietro a Massa Sabbioni (Cavriglia), già Fattoria dell’Ospedale di Santa Maria Nuova.
Con la consulenza scientifica dell’Accademia dei Georgofili, sono mostrati poi materiali e documentazione dedicata a tematiche “agricole” e alcuni strumenti di misurazione forniti dall’Osservatorio Ximeniano. La mostra è corredata da un catalogo composto da saggi e una sezione iconografica, con i contributi di Giancarlo Landini, Francesca Fiori, Roberto Baglioni, Manuel Rossi, Andrea Biondi, Daniele Vergari.
“La storia di Santa Maria Nuova offre sempre spunti nuovi per essere letta: conoscerla ci permette di conoscere anche quella di Firenze a cui è strettamente intrecciata” afferma Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova. “La Fondazione è impagnata nella valorizzazione del patrimonio degli ospedali fiorentini, che non sono solo luoghi di cura ma anche scrigni di arte, di cultura e di storia. Ringraziamo Regione Toscana, Consiglio regionale, Fondazione Chianti Banca per il sostegno alla realizzazione della mostra, il Comune di Cavriglia, la Diocesi di Fiesole e Ausl Toscana Centro per aver permesso di esporre in mostra la preziosa pala di Ridolfo Del Ghirlandaio”.
“I temi della mostra, agricoltura e territorio, sono un tema importante per l’Accademia, come testimoniano anche le attività che i Georgofili hanno svolto in 270 anni di storia, per far comprendere quanto sia importante avere sul territorio l’attività agricola, chiamata ancora oggi a fornire sostentamento alimentare sicuro a tutti noi, in termini di quantità e di qualità” afferma il presidente dell’Accademia dei Georgofili, Massimo Vincenzini.
“I cabrei dell’Ospedale di Santa Maria Nuova sono stati testimoni preziosi della formazione del paesaggio agrario toscano, dal XVI al XVIII secolo, grazie alle loro dettagliate e originali rappresentazioni cartografiche – afferma Andrea Cantile, presidente della Fondazione Osservatorio Ximeniano di Firenze – La loro importanza è però ancor più rilevante oggi, perché, grazie ad essi, disponiamo di fonti documentarie primarie per la storia della Cartografia italiana e per lo studio delle trasformazioni diacroniche del paesaggio rurale, in abbinamento al Catasto lorenese e alla monumentale Carta Geometrica della Toscana, realizzata all’Osservatorio Ximeniano di Firenze, agli inizi del XIX secolo”.
“Con i suoi 80 chilometri di materiale documentario, dall’VIII sec. ai giorni nostri, l’Archivio di Stato di Firenze conserva la memoria storica di Firenze e della Toscana. È quindi il luogo ideale per custodire e garantire la consultazione , in presenza e sul web, dell’immenso patrimonio documentario dell’Ospedale, e in particolare dell’importante documentazione cartografica oggetto della mostra” commenta la direttrice dell’Archivio di Stato di Firenze, Maula Sciri.