BRUXELLES – “Più di mezza Europa ieri ha sottoscritto il documento e sono chiarissime le conclusioni del Presidente belga che alla Commissaria ha detto amplissima maggioranza su questo testo rispetto alla necessità di far luce su quella che noi consideriamo una minaccia per il comparto zootecnico europeo e che vedrà isolati quei Paesi, pochi, che al momento hanno da ridire sulla proposta”. Così il Ministro Francesco Lollobrigida ai microfoni di Radio Anch’io (Radio1 Rai) sulla discussione del testo promosso da Italia, Francia e Austria che vieta la produzione di carne sintetica in Europa.
Nella seduta di ieri hanno garantito supporto alle preoccupazioni contenute nella nota presentata per la discussione da Austria (firmatario), Bulgaria, Croazia, Cipro, Francia (firmatario), Grecia, Ungheria, Italia (firmatario), Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna mentre altri non intervenuti nel corso della discussione avevano garantito supporto scritto (Cechia, Malta e Romania). In caso di eventuale voto questo gruppo di Paesi, senza considerare tra l’altro quelli non intervenuti nel corso della riunione, rappresenterebbe già una maggioranza qualificata (17 paesi e 67,45% della popolazione) sul totale dei 27 dell’Unione.
La Commissaria alla salute e sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, è intervenuta per sottolineare che sono legittime le preoccupazioni espresse da molti paesi sulle questioni sociali, ambientali e etiche, in quanto sono disponibili ancora troppi pochi dati in termini di emissioni, impatti ambientali o prezzi. La Commissione, infatti ha chiesto all’EFSA di aggiornare le linee guida proprio per integrarle con le recenti informazioni scientifiche sui cibi sintetici.
Nel documento condiviso dalla maggioranza qualificata di paesi si legge che “prima di qualsiasi autorizzazione i Paesi sostenitori chiedono alla Commissione di avviare una consultazione pubblica sui cibi a base cellulare” che “non possono mai essere chiamati carne” e pongono “questioni etiche, economiche, sociali e ambientali, nonché sulla nutrizionali e di sicurezza sanitaria” rimettendo in discussione il quadro normativo attuale che risulta inadeguato anche perché queste nuove pratiche includono la produzione di alimenti utilizzando la tecnologia delle cellule staminali con la necessità di evitare rischi per la salute dei consumatori. Lo stop da parte della maggioranza di paesi dell’Unione Europea è coerente con il fatto che la UE ha già deciso di vietare gli alimenti prodotti da animali clonati e da oltre 40 anni la carne trattata con ormoni che vengono utilizzati invece nei bioreattori per la produzione di cibi artificiali per i quali si chiede di non usare il termine “carne coltivata”, ritenuto fuorviante anche dal rapporto Fao/Oms che suggerisce di chiamarli “cibi a base cellulare”.