AREZZO – “La carne come altri prodotti, ha bisogno di più tutela e di un aiuto per essere piazzata sul mercato, perché la concorrenza nazionale e da altri paesi è spietata. In Italia abbiamo parametri e regolamenti che in altri Paesi non hanno, e quindi non devono giustamente essere rispettati. Quando ci dobbiamo scontrare con altri prodotti (esteri) è ovvio, vince chi riesce a fare il prezzo più conveniente”.
Analisi amara di Cesare Alessandrini, allevatore di razza Chianina della Valdichiana in provincia di Arezzo. Insomma la concorrenza con il prodotto estero sembra impari e non con le stesse regole, anche se in questo caso siamo di fronte non ad una carne ‘generica’ ma ad un’eccellenza come la carne di Razza Chianina, certificata come Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp.
“L’allevamento di Chianina non è più sostenibile – continua Alessandrini -, la spesa per la produzione in rapporto all’andamento del mercato di questa razza, perché non riusciamo più ad avere un guadagno netto in grado di sostenere l’azienda.
Ogni giorno loro mangiano ma non ci riportano alla fine un reddito adeguato, che dobbiamo poi investire per il mantenimento della stalla.
Nei giorni scorsi la denuncia della Cia Arezzo: “L’allevamento di Chianina non è più economicamente sostenibile – aveva sottolineato la presidente Serena Stefani -. Diminuiscono le stalle, calano i capi allevati, l’emorragia di aziende è forte soprattutto nelle aree più marginali, dove rappresentano anche un elemento di presidio importante. In questo momento occorre un grande sforzo per migliorare la tutela del prodotto.
Mai come adesso il confronto con tutti i soggetti della filiera è importante per cercare di risolvere il problema e gestire la minore richiesta da parte della GDO e delle macellerie. Occorre valorizzare sempre di più il legame che unisce razza, territorio e certificazione Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, tutelando la qualità dell’intera filiera, dall’allevatore al consumatore”.