ROMA – Torna a parlare di vino, Report su Rai 3, nella puntata di domani sera. Sotto accusa i lieviti, gli enologi, e la standardizzazione dei vini, soprattutto i vini Doc.
Che, aggiungiamo noi, standardizzati lo devono (o lo possono) essere, visto che corrispondono ad un disciplinare di produzione, e che devono essere venduti nei mercati, nazionale e globale.
Anticipa Report: “Con lieviti e aggiunte si possono ottenere vini uguali e prestigiosi anche se provenienti da parti del mondo diverse, ma cosa resta del vero vino dei territori? I produttori di vino che fanno grandi volumi preferiscono spesso un vino standardizzato, facilmente riconoscibile dal consumatore, che ogni anno abbia la stessa gradazione alcolica. Per ottenere un risultato di questo tipo i produttori devono aggiungere del mosto concentrato rettificato, una misura prevista come straordinaria per aiutare i viticoltori in annate particolarmente avverse che oggi invece sembra diventata ordinaria ed è usata per creare un vino dal grado alcolico standardizzato” si legge nel profilo social della trasmissione.
“I lieviti che aggiungiamo – spiega Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi – non vengono da materiale inorganico, ma vengono dall’uva. Il compito del lievito è di trasformare gli zuccheri in alcol, ci sono lieviti che estraggono dal mosto, dalla buccia sensazioni più forti, ma non è che danno le loro sensazioni, agiscono in maniera diversa su quell’uva, estrapolando caratteri che possono essere positivi o negativi. Sta all’enologo decidere quali lieviti utilizzare, ma non è che il lievito può dare un corpo o una personalità a un vino, è l’uva che da personalità ad un vino”.