PIACENZA – È una corsa contro il tempo e una battaglia all’ultima traccia quella in corso sul territorio piacentino contro la Psa. Una battaglia epocale e trasversale che nei giorni scorsi ha visto una richiesta di intervento alle Istituzioni sottoscritta da una cinquantina di suinicoltori del territorio (il primo appello vedeva circa 30 firme a cui si sono aggiunti via via nuovi aderenti).
A renderlo noto era stata Confagricoltura Piacenza che aveva avvallato la missiva e che ora torna sul tema. “La situazione è gravissima – rimarca l’associazione degli imprenditori agricoli – tant’è che in queste stesse ore i Comuni piacentini congiuntamente (pare che solo sei non abbiano sottoscritto) hanno scritto alla Provincia di Piacenza per istituire subito una cabina di regia che possa coordinare una sorta di pronto intervento. Parallelamente la Regione Emilia-Romagna ha chiesto al Governo di istituire lo stato di Calamità”.
“Dobbiamo fare tutto il possibile e subito – spiega Giovanna Parmigiani, presidente della sezione di prodotto suinicola di Confagricoltura Piacenza e componente di Giunta nazionale dell’Associazione – C’è in gioco tutto il settore suinicolo, dai nostri allevamenti alle nostre tre Dop, con le famiglie legate economicamente alla sorte del settore, per arrivare fino alle cose meno importanti, come le scampagnate in quota, i percorsi eno-gastronomici, la raccolta funghi e le feste all’aria aperta”.
“Tra le richieste nella lettera di noi suinicoltori – ricorda Parmigiani – c’era la proposta di decretare lo stato “calamità – emergenza” da parte della Regione. Siamo stati ascoltati. Ora speriamo che venga recepito immediatamente anche l’appello dei Comuni”.
“Abbiamo appreso di casi di esemplari rinvenuti nei nostri monti – scrivono i Sindaci piacentini appellandosi alla presidente della Provincia – e delle conseguenze che ciò sta causando a diversi livelli. In particolare, anche a causa di un’attività informativa non sempre lineare e uniforme, vi è, da un lato, un allarmismo comprensibile quanto diffuso, e, dall’altro, una tendenza a sottovalutare il problema. Ciò si sta ripercuotendo a livello economico: le attività suinicole riferiscono di un’improvvisa decrescita del prezzo di vendita dei suini, mentre il commercio al dettaglio comunica una sensibile diminuzione del volume di acquisto delle carni suine per il consumo domestico. Tutto questo, è evidente, rischia di produrre, sul medio e lungo periodo, conseguenze potenzialmente irreversibili per l’allevamento e più in generale l’economia piacentina, anche in relazione al rifiuto di mercati stranieri di importare carne suina italiana. Crediamo che una corretta gestione della situazione possa e debba consistere nell’affrontare congiuntamente a livello provinciale la situazione, adottando misure opportune ma soprattutto omogenee. (omissis) Dall’incontro con il Commissario nazionale per l’emergenza PSA, tenutosi lo scorso 7 febbraio, abbiamo purtroppo visti confermati questi timori: localmente manca una regia unitaria e una linea comune per la gestione della situazione. (omissis) Siamo a domandare la costituzione di una cabina di regia unica per la gestione dell’emergenza PSA, avente competenza sul territorio provinciale, formata dai rappresentanti dei seguenti Enti e Organi: Provincia di Piacenza e Polizia Provinciale, rappresentanza dei Sindaci (idealmente, un sindaco per ogni Unione di comuni, e uno per vallata con riferimento ai Comuni non organizzati in Unioni), Associazioni Sindacali Agricole, Associazioni Venatorie, ATC, rappresentanti delle associazioni del settore lavorazioni carni. Tale cabina di regia deve essere uno strumento utile e concreto, a disposizione del territorio, per veicolare e condividere le giuste indicazioni con il GOT provinciale (Gruppo Operativo Territoriale), partecipato da AUSL, Provincia, Regione Emilia-Romagna (direzione generale agricoltura, caccia e pesca e settore prevenzione e sanità pubblica), Prefettura, Ente Parchi di Piacenza e Parma e con il Commissario Straordinario della PSA”.
“Sottoscriviamo ogni riga della richiesta dei Sindaci che ringraziamo – conclude Parmigiani – se non annientiamo la Psa sarà lei a distruggere noi: o entrando in allevamento aggirando comunque i nostri rigorosi protocolli di biosicurezza rafforzata o uccidendo la filiera con le speculazioni in corso. Chiudo con una chiosa caustica, ma che è un messaggio chiaro: anche in natura le parassitosi portano prima alla morte della pianta e poi a quella del parassita. Abbiamo l’ambizione che la nostra filiera sia più evoluta”.