ROMA – “Primi passi in avanti in direzione della revisione della Pac con le deroghe sui controlli e le sanzioni, ma c’è ancora molto da fare per ridurre gli oneri amministrativi degli agricoltori”. Questo il commento a caldo del presidente Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dopo l’annuncio del primo pacchetto di misure da parte della Commissione che mira a semplificare la burocrazia e gli impegni ambientali della nuova politica agricole comune.
Per Cia, l’obiettivo è quello di una vera e propria revisione della Pac, oltre a risorse aggiuntive che servano a intervenire con continuità nella gestione delle multiformi crisi del settore. Occorre, inoltre, garantire agli agricoltori un’equa distribuzione del valore lungo la filiera alimentare con la creazione di un osservatorio europeo su prezzi e marginalità. Queste le priorità della piattaforma Cia che Fini ha presentato ieri al commissario Wojciechowski, in vista del prossimo Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’Ue (Agrifish) in programma a Bruxelles il 26 febbraio.
Per quanto concerne l’obiettivo di revisione della politica agricola comune Cia, reputa essenziale avviare un’attenta riflessione sugli eco-schemi che -a un anno dalla loro attuazione- hanno ridotto (in molti casi del 50%) i valori degli importi unitari attesi. Si chiede, in aggiunta, la revisione del valore dei “premi accoppiati” e una maggiore flessibilità in merito all’applicazione delle regole della condizionalità ambientale. La messa a riposo dei terreni non è la soluzione agli obiettivi di sostenibilità e per il presidente Cia, Cristiano Fini, occorre uno stralcio “senza se e senza ma” dell’obbligo di lasciare incolto il 4% destinato a seminativi per continuare a garantire la sicurezza alimentare. E’, altresì, necessario allargare gli incentivi per gli under 40 oltre i primi 5 anni di attività per favorire il ricambio generazionale e rafforzare gli strumenti di gestione del rischio per ampliare la base delle aziende agricole assicurate. Secondo Cia, una revisione della Pac non si può dissociare dallo smaltimento del pesante carico burocratico che la contraddistingue, favorendo sempre di più la digitalizzazione.
Per poter intervenire con continuità e prontezza nella gestione delle crisi climatiche e fitosanitarie, Cia reputa, inoltre, indispensabile che il settore rurale si doti di una riserva di crisi finanziata da risorse extra Pac. Oltre a ciò, si chiede all’Europa di proseguire con il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato che preveda maggiori margini di manovra economica e promuova misure di sostegno alle aziende nella difficile situazione contingente.
In merito all’equa remunerazione all’interno della catena agroalimentare, Cia ritiene urgente la creazione di un osservatorio europeo sui prezzi e le marginalità che condivida dati di mercato e analisi a breve e lungo termine, oltre all’attuazione efficace della direttiva sulle pratiche commerciali sleali. Sul tema delle relazioni con i Paesi extra-Ue, si chiede, infine, garanzia di reciprocità negli standard di produzione e condizioni di parità dei nostri scambi commerciali. Per questo motivo, gli accordi attualmente prefigurati nel negoziato con il Mercosur, potrebbero risultare gravemente dannosi per tutto il sistema rurale europeo.