ROMA – Oggi a Bruxelles, in concomitanza con la sessione del Consiglio Agricoltura della UE, si terrà l’assemblea di Confagricoltura, chiamata a definire le proposte alle istituzioni dell’Unione per dare risposte efficaci e urgenti ai problemi del settore.
In ambito europeo, l’attenzione è rivolta in particolare alla semplificazione burocratica, alla reciprocità delle regole negli accordi commerciali con i Paesi terzi, ai controlli più efficaci sulle importazioni, al recupero del valore reale degli aiuti diretti della PAC decurtato dall’eccezionale aumento dell’inflazione, alla contrazione dei prezzi.
La prossima scadenza della legislatura non lascia il tempo che sarebbe necessario per la modifica legislativa degli atti di base della PAC. Vanno però individuate strade alternative, perché è indispensabile intervenire al fine di sospendere l’efficacia degli obblighi imposti con la cosiddetta “condizionalità rafforzata” della PAC.
La recente deroga relativa alla destinazione non produttiva dei terreni non è sufficiente. Occorre, inoltre, intervenire per alleggerire gli adempimenti previsti per la presentazione delle domande.
L’assemblea a Bruxelles è soltanto la prima delle iniziative programmate da Confagricoltura in vista delle elezioni al Parlamento europeo e il successivo insediamento della nuova Commissione. Dovranno, tra l’altro, essere affrontate le questioni poste dal prossimo all’allargamento dell’Unione in termini di risorse finanziarie destinate all’agricoltura, stabilità dei mercati, commercio internazionale, ripartizione del valore aggiunto all’interno delle filiere. Tutti temi che avranno un profondo impatto sul futuro della prossima riforma della PAC dopo il 2027.
A proposito di bilancio, è stato detto e scritto molto nelle ultime settimane sulla dimensione delle risorse finanziarie destinate dalla UE alla PAC che incidono per il 30% sul totale dei pagamenti.
“Grazie al settore agroalimentare europeo – ha dichiarato di recente la presidente della Commissione europea von der Leyen – 450 milioni di persone hanno accesso a cibo sicuro, sano e conveniente. Gli agricoltori della UE sono la spina dorsale dell’autosufficienza alimentare dell’Europa”. La spesa per assicurare questa condizione, che ha assunto valenza strategica alla luce delle tensioni internazionali in atto, corrisponde allo 0,4% del PIL complessivo degli Stati membri. Poco più di 1 euro al giorno per ogni cittadino dell’Unione.
La UE è anche il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari. L’interscambio commerciale di settore con i Paesi terzi ha superato i 60 miliardi di euro lo scorso anno. Le zone rurali, dove vive il 30% della popolazione, coprono l’80% dell’intero territorio dell’Unione europea. Dall’attività agricola, dunque, dipende in larga parte la vitalità sociale ed economica nelle aree extra-urbane e di montagna.
Alla luce di queste cifre, le risorse assegnate alla PAC risultano tutt’altro che eccessive, considerato il ruolo che l’agricoltura svolge a vantaggio della collettività. E non solo per la garanzia degli approvvigionamenti.