SAN MICHELE ALL’ADIGE (TN) – Nei giorni scorsi si è svolta a San Michele l’assemblea della rete delle scuole enologiche italiane coordinata dalla Fondazione Mach, un evento che quest’anno assume un particolare significato dato che si inserisce nell’anno delle celebrazioni per i 150 anni.
L’incontro ha coinvolto 11 dirigenti scolastici delle scuole enologiche italiane e si è concretizzato in alcuni momenti di carattere istituzionale e in approfondimenti tecnici, incluso un confronto costruttivo sul futuro del corso post diploma per enotecnico.
“Alla luce dell’importante ruolo di coordinamento delle scuole enologiche italiane assegnato alla FEM – spiega il presidente Mirco Maria Franco Cattani – auspichiamo che venga portato avanti con convinzione a livello nazionale dagli organi competenti un progetto concreto per valorizzare l’insegnamento viticolo-enologico, un percorso che riveste una notevole importanza per il nostro Istituto, in quanto risulta fortemente legato alla sua storia e alle sue origini”.
La due giorni è iniziata con la visita alla mostra dedicata ai 150 anni FEM, a Trento presso lo Spazio Archeologico del Sas, introdotta dai saluti del direttore generale Mario Del Grosso Destreri e del preside prof. Manuel Penasa, per proseguire a Palazzo Roccabruna con la lectio magistralis del prof. Attilio Scienza sul panorama europeo delle nuove frontiere viticolo-enologiche, la storia del Trentodoc nella presentazione curata dal prof. Francesco Spagnolli e la visita ad un cantina del territorio.
La seduta dell’assemblea ordinaria, tenutasi a San Michele, ha visto i dirigenti delle scuole partecipanti impegnati nell’analisi dello stato attuale del corso di enotecnico e nella discussione delle proposte per nuove modalità di conseguimento del titolo da inserire negli scenari futuri di riforma degli Istituti Tecnici.
La rete delle scuole enologiche italiane è nata nel 2009 e coinvolge gli istituti scolastici agrari con speciale ordinamento in Viticoltura ed Enologia allo scopo di favorire il confronto e lo scambio su tematiche di natura didattica, tecnica e programmatica e di salvaguardia della specificità del percorso formativo riservato ai futuri esperti di settore, ponendosi come importante interlocutore con i ministeri di riferimento.