ROMA – “È passato più di un anno dall’allarme che, come Azione, con un’interrogazione parlamentare, avevamo lanciato riguardo la diffusione della peste suina africana in diverse province del Paese, e ora come allora dal governo non è arrivato nessun riscontro.
L’unica drammatica novità intercorsa è la diffusione sempre più capillare della patologia, che ha raggiunto ultimamente anche la Basilicata, dopo aver flagellato Calabria, Campania, Liguria, Lombardia ed Emilia-Romagna”. Lo dichiara in una nota Fabrizio Benzoni, deputato di Azione e firmatario dell’interrogazione in oggetto. “Oltre al danno, la filiera suinicola italiana rischia la beffa: stimata dal “Il Sole 24Ore” per un valore di oltre 10 miliardi di euro, 40 mila posti di lavoro e 2 miliardi di euro di export; ha dovuto patire anche chiusure alle esportazioni di grandi mercati internazionali come quello cinese”, aggiunge il parlamentare.
“Belgio, Lussemburgo e Francia sono riusciti a sconfiggere la PSA perché hanno applicato alla lettera i protocolli europei”, sottolinea Caterina Avanza, responsabile Agricoltura del partito. “Se è vero che è estremamente complesso recintare territori montagnosi come quelli liguri, ad esempio, è altrettanto vero che si sarebbe potuto recintare la parte pianeggiante fra Liguria e Lombardia e a quest’ora non vi sarebbe la PSA a Pavia. Malgrado infatti siano passati molti mesi dall’inizio dell’emergenza, da molte località del Paese ci giungono notizie di Asl non ancora pronte, sostanzialmente inadeguate a coordinare i piani di abbattimento a causa della carenza di veterinari disponibili per adempiere ai necessari protocolli di bio-sicurezza”, conclude Avanza.
“Risulta drammaticamente verosimile che, non avendo il governo agito per tempo e in modo efficace, si stia mettendo a serissimo rischio un comparto di eccellenza, come accaduto con già con la Xylella, compromettendo anche le nazioni limitrofe le quali, avendo con successo contenuto il virus, mal sopportano l’incuria dell’esecutivo che potrebbe seriamente esporle a nuove infezioni”, aggiungono gli esponenti del partito di Carlo Calenda. “Dal governo, dal ministro Lollobrigida sempre pronto difendere il Made in Italy e dagli altri ministri competenti, attendiamo risposte concrete, iniziative efficaci, come un vero censimento dei cinghiali o un’efficace strategia di depopolamento, misure cioè che sostengano migliaia di aziende coinvolte e diano la dimostrazione di una inversione di tendenza nella lotta al virus oramai irrimandabile”, terminano Benzoni ed Avanza.