BANGALORE (INDIA) – Il mercato indiano delle macchine e delle attrezzature per l’agricoltura, che nel 2023 ha superato la soglia dei 13,5 miliardi di euro, continuerà a crescere a ritmo sostenuto anche nei prossimi anni.
Secondo uno studio realizzato dall’Agenzia ICE, nel 2032 il settore dovrebbe raggiungere un valore complessivo di 29 miliardi di dollari, con un tasso di incremento annuo di poco inferiore al 9% e con una domanda che tenderà a privilegiare i mezzi più avanzati. Dall’agricoltura di precisione alla robotica, fino all’ “Internet delle cose” l’economia agricola del subcontinente sta vivendo un processo di profonda trasformazione verso metodi colturali più produttivi, remunerativi e sostenibili.
Tuttavia, l’utilizzo di macchinari di ultima generazione richiede l’acquisizione di conoscenze specifiche, anche in ambiti tradizionalmente molto lontani da quello agricolo, come l’elettronica e l’informatica. Il tema è stato discusso nella seconda giornata di EIMA Agrimach, in occasione del convegno intitolato “La formazione per l’agricoltura del futuro”, che ha visto la partecipazione di S. V. Suresha, Vice Chancellor dell’Università di Scienze Agrarie GKVK; Rajendra Jog, direttore della Fondazione Syngenta India; Baldev Singh, Direttore generale di Amar Agricultural Implement Works; BM Nandele, Direttore del Southern Region Farm Machinery Training and Testing Institute; Ramkumar P, Vice-presidente Agriculture presso Garuda Aerospace; B. A. Anand, Coordinatore presso FMTC UAS Bangalore e Sandeep Niar, responsabile di area presso Tirth Agro Technology Pvt.
La transizione verso tecniche colturali più innovative – è stato sottolineato nel corso del convegno – richiede che gli agricoltori siano correttamente formati all’uso delle nuove tecnologie, attraverso programmi specifici, basati sui fabbisogni formativi di ciascun operatore. Tali iniziative, oltre che mirate, devono essere inclusive e devono pertanto essere rivolte non soltanto alle grandi e medie aziende agricole, ma anche ai piccoli agricoltori e alle donne che lavorano nel primario. In questa prospettiva è necessaria una stretta collaborazione tra autorità pubbliche, università, centri di ricerca e mondo imprenditoriale, finalizzata proprio alla disseminazione della conoscenza e al superamento del deficit di competenze creato dalle tecnologie di ultima generazione.