ROMA – “Le superfici coltivate di mais si sono dimezzate rispetto al 2012 e si stima che a causa dell’introduzione dei nuovi vincoli normativi imposti dalla PAC, assisteremo ad un ulteriore calo del 4%.
Un trend negativo che sembra non arrestarsi e che si spiega, oltre che con le conseguenze dei cambiamenti climatici, anche e soprattutto dalle tante scelte discutibili che l’Unione Europea ha compiuto in questi anni”. Lo ha dichiarato il presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini intervenendo al convegno “Il futuro del mais? È la cooperazione” organizzato a Vicenza su iniziativa della Confcooperative Fedagripesca Veneto e Vicenza.
“Agendo in nome di obiettivi ‘pseudo-green’ – ha dichiarato Piccinini – l’Europa ha formulato proposte che portano con sé come inevitabile conseguenza una riduzione della capacità produttiva dei paesi dell’Unione, specie in filiere strategiche come l’ortofrutta, il vino o i cereali. Il tutto senza che sia garantita alcuna forma di reciprocità. Abbiamo più volte evidenziato come non sia più pensabile che vengano introdotti e commercializzati nel Vecchio continente prodotti provenienti dai paesi terzi che non rispettano gli stessi standard qualitativi, ambientali ed etici che contraddistinguono le produzioni comunitarie”.
Al convegno è intervenuto anche il presidente del Settore Grandi Colture Daniele Castagnaviz che ha posto l’accento sulla necessità di superare il divieto di monosuccessione (condizionalità) previsto dalle nuove normative in materia di Pac, per consentire la coltivazione in deroga del mais in rotazione per 2 anni su 3, nei soli areali vocati ovvero nelle sole aree irrigue delle 5 regioni della Pianura padana. Una soluzione sostenibile da un punto di vista ambientale e che non presenta problemi agronomici non gestibili. “Non dimentichiamo – ha dichiarato Castagnaviz – che il mais da granella è un pilastro imprescindibile per il comparto agroalimentare italiano e assume una posizione centrale nella filiera zootecnica alla base di prodotti DOP di eccellenza”.
Accanto alle richieste in tema di Pac, nel convegno si è lanciato anche un grande appello ai produttori, di puntare con determinazione sulla leva dell’aggregazione. “Le cooperative – ha sottolineato il responsabile Grandi Colture e Servizi di Confcooperative Veneto Emilio Pellizzari – consentono anche ad aziende agricole di medie e piccole dimensioni di introdurre nuove tecniche di coltivazione. Attraverso le cooperative è inoltre possibile commercializzare il mais entrando nel mercato finanziario puntando ad ottenere maggiore marginalità” .