ROMA – Cresce l’export di prodotti BIO Made in Italy nel mondo. Nel 2023 si registra un aumento a valore del +8% sul 2022, con un peso del biologico sull’export agroalimentare italiano del 6%. Relativamente all’Europa, la Germania si conferma al primo posto assoluto come mercato di destinazione dei prodotti BIO italiani sia per quanto riguarda il food (il 69% delle aziende intervistate esporta bio in questo mercato) sia per il wine (il 66%).
Al secondo posto si colloca il Benelux, con il 39% delle aziende food e il 52% di quelle vitivinicole presenti in questo mercato, seguito a ruota dai Nordics, rispettivamente con il 31% e il 52%. Il Benelux, assieme a Germania e Nordics, viene nuovamente citato dalle imprese tra i mercati europei che presentano le maggiori prospettive di crescita per i prodotti BIO italiani.
Queste le evidenze alla base del nuovo focus di ITA.BIO, la prima piattaforma online – www.ita.bio – di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio, che ha previsto un approfondimento proprio sui Paesi dell’area Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo).
L’analisi presentata in occasione del webinar “Internazionalizzazione del BIO Made in Italy: focus Benelux” ha confermato che il trend del settore biologico è positivo nel lungo periodo su tutti i Paesi considerati: i Paesi Bassi contano oltre 1,4 miliardi di euro di vendite di prodotti biologici nel 2022 (+81% rispetto al 2012) e rappresentano il primo mercato europeo per import di prodotti bio. In Belgio il bio sfiora il miliardo, con una variazione a tre cifre negli ultimi dieci anni (+144% nel 2022 rispetto al 2012). Il Lussemburgo, seppur con una quota di mercato evidentemente più ridotta (164 milioni di euro), è il Paese dell’area con l’incidenza del bio sul totale della spesa alimentare più elevata (8% rispetto al 4% del Belgio e il 4% dei Paesi Bassi) e la spesa pro-capite per prodotti alimentari bio più rilevante (259 euro a persona, contro gli 81 euro dei Paesi Bassi e gli 84 euro del Belgio).
La survey originale sui consumatori del Benelux realizzata da Nomisma ha mostrato come la crescita degli acquisti bio in questi mercati sia guidata da una consumer base abbastanza giovane e sensibile al tema della sostenibilità, ma sempre con grande attenzione al prezzo. Valore aggiunto in termini di sostenibilità ambientale e sociale, di sicurezza alimentare e una maggiore qualità percepita (in termini organolettici ma anche di proprietà nutrizionali) sono i fattori che hanno spinto il 72% dei consumatori ad aver acquistato prodotti alimentari BIO nell’ultimo anno. La propensione all’acquisto di prodotti biologici è più elevata in specifici cluster di popolazione: si tratta di famiglie con figli piccoli, con redditi medio alti e con un buon livello di istruzione. Il canale privilegiato di acquisto del biologico in Benelux è senza dubbio il supermercato, tanto che il 78% degli acquirenti passa principalmente per questo canale. Nella top 3 delle categorie merceologiche preferite dagli amanti del BIO in Benelux troviamo al primo posto frutta e verdura (per il 43% il biologico rappresenta la prima scelta), seguita da latte (32%) e baby food (32%). L’Italia è sul podio nella classifica dei Paesi da cui provengono i prodotti alimentari di maggiore qualità nel percepito dei consumatori. A guidare gli amanti dei prodotti biologici italiani nell’acquisto vi sono in primo luogo la marca del produttore e la provenienza 100% italiana delle materie prime. Rilevante anche il packaging sostenibile e la presenza di un marchio biologico (ritenuto importante dal 23% degli user Made in Italy). Il vino e la pasta rappresentano i prodotti che trainano il bio italiano in Benelux, seguiti da formaggi e olio extravergine di oliva. Nell’ultimo anno quasi il 60% dei wine users ha consumato almeno una volta vino italiano e, di questi, uno su quattro ha privilegiato quelli a marchio bio. Per accrescere diffusione, consapevolezza e interesse verso il biologico italiano, il consumatore del Benelux richiede una maggiore tracciabilità dei nostri prodotti (il 28% ritiene incentivante la presenza di un logo che certifichi la provenienza italiana di tutte le materie prime) ma anche maggiori informazioni rispetto alla loro sostenibilità (ambientale, sociale ed economica). Ruolo fondamentale gioca anche la marca (del produttore in primis) ma accompagnata da importanti azioni di promozione sul territorio, a partire dalle attività di tasting presso la Grande Distribuzione (ritenuta dal 39% dei consumatori la leva principale per conoscere/avere maggiori informazioni sui prodotti alimentari made in Italy biologici).
“Informazioni e comunicazione giocano un ruolo fondamentale nell’accrescere l’attuale consumer base di prodotti biologici italiani: il consumatore del Benelux chiede maggiori garanzie rispetto alla provenienza e alla tracciabilità dei nostri prodotti, tanto che l’idea di un marchio bio italiano che certifichi l’origine 100% Made in Italy delle materie prime è una iniziativa accolta positivamente da parte del 49% dei consumatori” – ha commentato Silvia Zucconi, Chief Operating Officer Nomisma.
“Come dimostrano i dati, il mercato del Benelux presenta potenziali opportunità per le imprese italiane che operano nel settore BIO. Nonostante il peso significativo del fattore prezzo nelle scelte di consumo in quest’area, il consumo di prodotti biologici, mediamente più cari, è in crescita. A spiegare questa tendenza sono fattori come una crescente consapevolezza dei consumatori circa l’agricoltura biologica e un’attenzione alla qualità dei prodotti, percepita superiore nel biologico. In questo contesto, a fronte di un crescente interesse da parte delle aziende biologiche italiane verso questo mercato, il nostro ufficio di Bruxelles organizza ogni anno la partecipazione di collettivi di aziende alla fiera Biobeurs, una borsa dedicata al bio dove si riunisce l’intera filiera del biologico e altri eventi in Benelux in favore del settore agroalimentare italiano, che vedono sempre la partecipazione di numerose aziende del settore bio” – ha aggiunto Tindaro Paganini, Direttore dell’Ufficio ICE Bruxelles.
“Il biologico si conferma l’elemento trainante dell’intero export agroalimentare Made in Italy. Il grande apprezzamento del bio a livello internazionale nasce dalla combinazione dell’alta qualità delle eccellenze enogastronomiche italiane con il valore della sostenibilità, dato dalla certificazione biologica che tutela la fertilità del suolo e la salute delle persone e degli ecosistemi. La crescente sensibilità verso il benessere animale e le tematiche ecologiche sono i driver che guidano l’espansione delle esportazioni di bio. L’internazionalizzazione rappresenta dunque un’importante leva di sviluppo per le aziende italiane dell’agroalimentare biologico. Per incrementare ulteriormente le esportazioni di bio Made in Italy sono fondamentali soluzioni come la piattaforma ITA.BIO, nata da una sinergia tra ICE e FederBio, che supporta le aziende interessate ad avviare o consolidare la presenza nei mercati, fornendo informazioni e contatti utili per orientare le proprie strategie commerciali”, dichiara Aldo Cervi, Responsabile Internazionalizzazione e Progetti di Filiera FederBio.