ROMA – Migliora nel 2023 il rapporto tra i costi di produzione in agricoltura e prezzi corrisposti agli agricoltori, per effetto soprattutto del raffreddamento della bolletta energetica che ha avuto un riverbero positivo sui costi a carico delle aziende agricole.
Per la prima volta negli ultimi tre anni, sottolinea ISMEA nell’ultimo numero di Agrimercati, l’indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione elaborati dall’Istituto ha registrato, nel quarto trimestre del 2023, un calo tendenziale (-4,3% sullo stesso periodo del 2022), con riduzioni soprattutto a carico di mangimi (-15%), concimi (-8%) e prodotti energetici (-3%). Mediamente, nel 2023 le quotazioni dei mezzi correnti agricoli sono rimaste comunque superiori del 3,8% sul 2022, in rallentamento rispetto al +22% del 2022.
La forbice con il periodo pre-Covid resta tuttavia molto ampia, con i prezzi dei mezzi correnti su livelli superiori del 32% di quelli del 2019.Al contrario, nel quarto trimestre del 2023 è proseguita la tendenza all’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli nazionali, misurati sempre dall’indice ISMEA, con un incremento del 5,7% su base annua dovuto soprattutto alla componente vegetale (+16,3% la crescita media dei listini), a fronte del calo di quella zootecnica (-5,7% sul 2022). Rispetto al trimestre precedente l’indice è aumentato del 3,7%, mentre nella media nell’anno la crescita è del 5,5% sul 2022, trainata soprattutto dalle coltivazioni (+7,3%), contro il +3,7% per i prodotti zootecnici).
A condizionare negativamente l’anno appena concluso è stato ancora una volta il fattore climatico con condizioni meteo avverse ed eventi di natura catastrofale, che hanno fortemente danneggiato le produzioni di areali di grande importanza, determinando un calo della produzione agricola in volume e una contrazione del contributo del settore al Pil nazionale., Pur in un quadro ancora negativo, l’indagine trimestrale sulle opinioni delle aziende agricole e dell’industria agroalimentare del panel ISMEA mette in luce qualche timido segnale di ottimismo per il futuro.
Per quanto riguarda l’agricoltura, nell’ultimo trimestre del 2023 si registra un miglioramento della fiducia, ma resta negativo il giudizio sugli affari correnti seppure intiepidito rispetto all’indagine precedente. Per l’industria alimentare il sentiment è peggiorato sia su base trimestrale sia tendenziale, a causa soprattutto del pessimismo legato alle attese sugli sviluppi della produzione nel breve termine. In linea con quanto dichiarato nel trimestre precedente, il 42% delle imprese agricole intervistate ha incontrato delle difficoltà nella gestione dell’attività aziendale: l’aumento dei “costi correnti” e le “condizioni meteorologiche” continuano ad essere indicati come i maggiori fattori di ostacolo, seguiti dai problemi nella ricerca del personale. Tra gli operatori industriali, le criticità gestionali sono state dichiarate dal 21% del Panel contro il 34% del precedente trimestre, con problemi ancora riconducibili agli extra costi e al reperimento della manodopera.