ROMA – All’indomani dell’audizione di Cai Agromec e delle rappresentanze agricole in Comagri, avvenuta la scorsa settimana, continua a rimanere di stretta attualità il tema dell’albo nazionale degli agromeccanici e l’inquadramento giuridico dell’imprenditore agromeccanico, al fine di arrivare alla equiparazione con l’imprenditore agricolo professionale.
Alla proposta di legge depositata alla Camera dei Deputati, che vede come primo firmatario l’onorevole Davide Bergamini della Lega, si è aggiunta infatti una risoluzione sullo stesso tema, depositata dall’onorevole Stefano Vaccari del Partito Democratico, che evidenzia le criticità e i limiti dell’attuale normativa. Entrambi i documenti richiamano l’importanza del ruolo dell’agromeccanico e spingono verso un albo nazionale.
«Accogliamo con grande soddisfazione – commenta Gianni Dalla Bernardina, presidente di Cai Agromec – l’impegno bipartisan, da parte dei componenti della Commissione Agricoltura, per arrivare a istituire un albo nazionale degli agromeccanici e confidiamo in una approvazione quanto prima. Si tratta del resto di un’urgenza ormai non più procrastinabile, in un contesto come quello nazionale dove le lavorazioni in conto terzi nel settore primario hanno una quota media dell’80%, con punte che per alcune colture arrivano fino al 95%. Un albo nazionale, sulla scia di alcune esperienze già attive in taluni ambiti regionali, sarebbe da un lato una garanzia per l’agricoltore e per la qualità delle lavorazioni, dall’altro, fungerebbe da importante deterrente contro pratiche sleali se verrà valorizzata l’inclusione di tutte le imprese esercenti attività agromeccanica».
«Ora – conclude Dalla Bernardina – manca l’accelerazione per compiere il cosiddetto ultimo chilometro, per tagliare un traguardo che il nostro settore e tutto il mondo agricolo attendono da anni».