PISA – Rivoluzione in vista per il vino Terre di Pisa Doc. Alle tipologie Sangiovese e rosso si affiancano il rosso riserva, il bianco, il Vermentino e il rosato.
La novità di proposta di modifica del disciplinare di produzione è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale e accolta dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste domanda, su istanza del Consorzio vini Terre di Pisa. Adesso l’attesa è tutta per i trenta giorni di tempo per le eventuali osservazioni dopodiché – è l’auspicio dei produttori – la prossima vendemmia potrà partire con il disciplinare modificato.
“Un percorso che ci auguriamo possa essere portato a termine perché partito da lontano e durato due anni e mezzo. Siamo contenti e ci aspettiamo che per la prossima vendemmia il nuovo disciplinare possa essere già in vigore. Una richiesta, quella di ampliare la Doc, che era venuta dai nostri produttori ma sempre nel rispetto del territorio – spiega il Presidente del Consorzio Terre di Pisa Doc Nicola Cantoni; – territorio che è un vero valore aggiunto rispetto alla nostra produzione e rispetto al quale abbiamo avuto ottimi riscontri attraverso le recenti missioni di promozione all’estero in paesi quali Svezia e Danimarca”.
La denominazione Doc Terre di Pisa nasce nel 2011 dalla volontà di valorizzare la produzione vinicola pisana di qualità, spesso già affermata sui mercati internazionali, ma slegata fino a quel momento da una concezione territoriale della promozione verso l’esterno.
A fine 2018 da un gruppo di viticoltori che decidono di unirsi per valorizzare la produzione enologica nasce il Consorzio Vini Terre di Pisa. Questo gruppo non solo si prefigge l’obbiettivo di promuovere, tutelare e valorizzare la D.O.C. Terre di Pisa, ma anche di partecipare all’attività di vigilanza in fase di commercio coordinandosi con gli enti preposti e di proporre nuovi disciplinari di produzione. Attualmente il consorzio riunisce diciannove aziende distribuite in sette comuni per una produzione di circa 200 mila bottiglie ed è guidato, appunto, dal presidente Nicola Cantoni e dalla vicepresidente Ginevra Venerosi Pesciolini, insieme al direttore Claudia Marinelli.
Un percorso, quello del cambio di disciplinare reso possibile grazie all’interessamento del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali e condiviso proprio sul territorio Patrizio La Pietra. “Un risultato per tutto il nostro territorio – sottolinea Matteo Arcenni, consigliere comunale di Terricciola da sempre legato e impegnato per la valorizzazione delle produzioni locali di eccellenza vino e fragole su tutte – e ottenuto grazie alle numerose interlocuzioni avute in modo costante sia con i produttori, con il Consorzio e con il Ministero. Oggi più che mai per tutto il nostro territorio è un gran giorno con un disciplinare che ci auguriamo presto modificato che potrà consegnare ai nostri produttori nuova prospettiva e una migliore capacità di competere sui mercati”.
Tra i cambiamenti più importanti la possibilità di inserire altre tipologie come il bianco, il Vermentino e rosato. “Oggi è cambiato il modo di fare viticoltura anche in Toscana e i bianchi sono molto apprezzati. Del resto, i Vermentini che nascono nelle colline interne pisane rispettano molto il territorio con una spiccata sapidità derivante dalla parte più argillosa e più sabbiosa dei terreni. Formazioni dovute all’innalzamento delle terre e al ritiro delle acque. Sulle nostre colline si trovano dei veri e propri giacimenti di barriera corallina con un apporto minerale dei terreni al vino davvero significativo” sottolinea il direttore del Consorzio Claudia Marinelli.
Morfologicamente la zona è caratterizzata dalle classiche colline toscane di non elevata altitudine, con punte massime di 400 m s.l.m. e con una media prevalente di 250 m s.l.m. Sotto l’aspetto geologico l’area presenta una grande complessità che nasce dal fatto che è stata una delle prime ad essere raggiunta dalla deformazione collisionale della placca africana nei confronti di quella europea. Le varie unità geo pedologiche di terreni liguri si sono mescolate e alternate a quelle delle falde toscane e per questa origine la sua viticoltura si sviluppa principalmente su suoli di media profondità a tessitura franco-argillosa e franco-limosa originatisi da argille e sabbie del Pliocene. Non è raro, durante una lavorazione, trovare nel vigneto fossili marini risalenti a quell’epoca.
Come cambia il disciplinare. Le principali novità introdotte
Art.1 La Denominazione di Origine Controllata “Terre di Pisa” era riservata ai vini “Terre di Pisa” rosso e “Terre di Pisa” Sangiovese che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione.
Art 1 modificato La Denominazione di Origine Controllata “Terre di Pisa” è riservata ai vini “Terre di Pisa” bianco, “Terre di Pisa” rosso, “Terre di Pisa” rosso “riserva”, “Terre di Pisa” rosato, “Terre di Pisa” Sangiovese e “Terre di Pisa” Vermentino che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione.
La Denominazione di Origine Controllata “Terre di Pisa” rosato è riservata al vino ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti aventi, nell’ambito aziendale la seguente composizione ampelografica: Sangiovese minimo 50%. Possono concorrere altri vitigni con uve a bacca rossa, presenti nei vigneti fino ad un massimo del 50%, idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Toscana.
La Denominazione di Origine Controllata “Terre di Pisa” Vermentino è riservata al vino ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica: Vermentino: minimo 85%. Possono concorrere altri vitigni con uve a bacca bianca, idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Toscana, presenti nei vigneti fino ad un massimo del 15%.
La Denominazione di Origine Controllata “Terre di Pisa” bianco è riservata al vino ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti aventi, nell’ambito aziendale la seguente composizione ampelografica: Vermentino, Trebbiano toscano da soli o congiuntamente, minimo 70%. Possono concorrere altri vitigni con uve a bacca bianca, presenti nei vigneti fino ad un massimo del 30%, idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Toscana.
Art. 3 La zona di produzione delle uve della Denominazione di Origine Controllata “Terre di Pisa” ricade nel territorio amministrativo della Provincia di Pisa ed esattamente nei comuni di Fauglia, Crespina Lorenzana, Chianni, Capannoli, Palaia, Peccioli, Terricciola, Casciana Terme Lari, Ponsacco, Pontedera, Montopoli V.A., Lajatico, San Miniato, Orciano Pisano, Santa Luce.
Art. 4 La produzione massima di uva ammessa per vini a Denominazione di Origine Controllata “Terre di Pisa” Vermentino, “Terre di Pisa” bianco e “Terre di Pisa” rosato, proveniente da tali vigneti non deve essere superiore a tonnellate 12 per ettaro, in ogni caso la resa per ceppo non può superare mediamente 2,66 Kg di uva
I vini a Denominazione di Origine Controllata “Terre di Pisa” rosso non possono essere immessi al consumo se non dopo un periodo di invecchiamento di almeno 12 mesi a partire dal 1° novembre dell’anno di produzione delle uve.
I vini a Denominazione di Origine Controllata “Terre di Pisa” Vermentino, “Terre di Pisa” rosato e “Terre di Pisa” bianco non possono essere immessi al consumo prima del 1° gennaio dell’anno successivo a quello di produzione delle uve.
La tipologia “rosato” deve essere ottenuta con la vinificazione in “rosato” delle uve a bacca rossa.