PERUGIA – “Il grande successo di AgriUmbria, dove la maestosità dei bovini da carne delle razze autoctone italiane rappresentate da ANABIC ha avuto un ruolo di protagonista incontrastata, ci ha consegnato l’accresciuta consapevolezza di quanto sia necessario coinvolgere il consumatore in un percorso di conoscenza più approfondito per superare quegli steccati che un’informazione distorta e spesso scorretta sta cercando di innalzare”.
Stefano Pignani, direttore di ANABIC (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne) traccia un bilancio più che positivo dei tre giorni che hanno caratterizzato la 55ma edizione di AgriUmbria (5-7 aprile 2024), la rassegna agrozootecnica più importante del Centro-Sud Italia che quest’anno ha battuto tutti i record di visitatori superando le 85mila presenze.
“I magnifici esemplari di razza Chianina e Romagnola che hanno partecipato alle Mostre Nazionali organizzate all’interno di AgriUmbria – sottolinea Pignani – hanno saputo ancora una volta attirare il pubblico delle grandi occasioni e lo stesso hanno fatto i capi in esposizione delle altre razze che ANABIC rappresenta: la Marchigiana, la Maremmana e la Podolica.
Di particolare interesse e molto partecipati sono stati i convegni che AgriUmbria ha ospitato dedicati alla carne bovina. Eventi che hanno accolto gli interventi dei massimi esperti del settore e dai quali è emersa la necessità, ormai inderogabile, di coinvolgere il consumatore in quel percorso di conoscenza più approfondito capace di trasmettere l’importanza nell’alimentazione umana della carne bovina e la sua produzione per la sostenibilità ambientale, economica e sociale di territori da sempre vocati all’allevamento di queste razze. È, questo, un aspetto prioritario perché rimanda alle tradizioni, al legame culturale che unisce gli allevatori alla loro terra, alla passione che dedicano al loro lavoro e agli animali che allevano.
Sarebbe un errore e un danno per la società dimenticarsene – continua il direttore di ANABIC – perché allevare il bestiame richiede un impegno e una abnegazione difficilmente riscontrabili nella maggior parte delle attività. Chi, soprattutto in questi ultimi tempi, attacca sistematicamente il nostro settore omette deliberatamente di ricordare questi aspetti che invece sono fondamentali e che, correttamente comunicati, possono far comprendere di più e meglio al consumatore che il benessere animale nei nostri allevamenti non è un concetto aleatorio ma è una realtà, che l’introduzione dell’innovazione tecnologica unita alle antiche tradizioni contribuiscono a ridurre l’utilizzo del farmaco a favore della lotta all’antibioticoresistenza, che i pascoli dove la maggioranza del bestiame vive e si alimenta sono gestiti con attenzione e concorrono attivamente a tutelare la biodiversità e la sostenibilità ambientale.
Ed è allora partendo da queste certezze che ANABIC si è già messa al lavoro per individuare, insieme agli altri importanti attori della filiera, le iniziative che le potranno supportare sviluppandole concretamente per poi condividerle con i cittadini. È un impegno a cui non ci sottrarremo pur sapendo che il consumo della carne di qualità ottenuta dalle razze ANABIC rappresenta una quota minoritaria: ma è proprio per questa sua caratteristica di unicità identitaria di interi territori italiani che va tutelata e valorizzata”, conclude Stefano Pignani.