ROMA – “Raccolgo 30 anni di un’eredità culturale e di azione da preservare con cura, proseguendo il percorso tracciato da chi ci ha preceduto, con uno spirito che è ormai parte integrante del patrimonio genetico di ciascuno di noi, che caratterizza il nostro modo di essere e fare sindacato e che vede nelle proposte, nel confronto attivo e costruttivo gli strumenti per trovare in ogni occasione soluzioni positive per le persone che rappresentiamo e, più complessivamente, per il lavoro lungo tutta la filiera agroalimentare del nostro Paese.”
Lo ha detto la segretaria generale della Uila Enrica Mammucari nel corso della sua prima relazione alle celebrazioni dei 30 anni della Uila alla quale hanno partecipato oltre 80 rappresentanti delle associazioni del settore agroalimentare e 500 delegati provenienti da tutta Italia.
La segretaria ha ribadito l’importanza del ruolo delle parti sociali come forza motrice capace di interpretare e governare i processi rispetto agli eventi che impattano sulla vita di lavoratori ed imprese e che condizionano il benessere delle comunità, per poi sottolineare l’importanza della unitarietà per il rinnovo dei contratti, per rafforzare la bilateralità sia livello nazionale che territoriale e individuare adeguate soluzioni di welfare rispondenti alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori. “Molto abbiamo fatto da precursori ed anticipatori dei cambiamenti, ma in un mondo accelerato, imprevedibile, l’unica forza consolidata sta proprio nel difendere e migliorare il sistema di relazioni sindacali” ha aggiunto “che abbiamo costruito e che ha saputo dare vita ad un welfare contrattuale avanzato, offrendo risposte importanti ed innovative in tema di assistenza sanitaria integrativa, sostegno alla genitorialità, alla conciliazione tra vita lavorativa e personale, familiare, all’assistenza ai genitori anziani, sul versante della previdenza complementare.”
Politiche attive del lavoro,percorsi di formazione iniziale e continua per potenziare le competenze specialistiche necessarie alla filiera, sicurezza sul lavoro, tutela della risorsa acqua e contrasto al caporalato sono altri temi toccati dalla segretaria nella sua relazione.
È necessario valorizzare ulteriormente il nostro Made in Italy, a partire dalla qualità del lavoro impiegato nel produrlo, oltre alla bontà e tipicità uniche dei nostri cibi, il tratto distintivo del “fatto in Italia” deve profumare di legalità e avere il sapore del rispetto dei diritti, contrastando i fenomeni di irregolarità lungo tutta la filiera” ha aggiunto. Mammucari ha infine tracciato le sfide future che aspettano le parti sociali indicando come assi fondamentali le persone, le imprese ed il loro impatto sociale e la salute del Pianeta. “Sfide che dovranno essere affrontate” conclude “senza assumere posizioni ideologiche, ma con sano pragmatismo di chi crede nei passi graduali”.
Erano presenti e sono intervenuti, tra gli altri, Vincenzo Gesmundo, segretario generale Coldiretti, Romano Magrini responsabile relazioni sindacali Coldiretti, Anna Maria Barrile, dg di Confagricoltura, Cristiano Fini, presidente CIA, Tommaso Battista, presidente Copagri, Giorgio Piazza, presidente Enpaia, Alessandro Glisenti, responsabile area relazioni industriali Unionfood, Lara Sanfrancesco, direttore di Unaitalia, Silvio Ferrari, presidente di Federprima, Giovanni De Angelis, direttore di Anicav, Serafino Cremonini, presidente Assocarni, Ettore Fortuna, vicepresidente Mineracqua, Giorgio Venudo, vicepresidente Confartigianato alimentazione, Gianni Rosas, direttore ufficio OIL Italia e San Marino, Giovanni Mininni, segretario generale Flai Cgil, Raffaella Buonaguro, segretaria nazionale Fai Cisl, Massimo Gargano, direttore generale Anbi, Elena Ghezzi, responsabile pesca Lega delle Cooperative, Vincenzo Patruno, vicepresidente Confcooperative Fedagri Pesca, Claudio Paitowsky, segretario generale Confederdia, Francesca Biondo, direttore generale Federpesca, Francesca Petrini, presidente Cna alimentare ed i rappresentanti delle associazioni industriali e delle maggiori imprese alimentari.