ROMA – “Benvenuti alla 75esima Assemblea annuale di Fruitimprese. 75 anni sono senza dubbio un traguardo importante che rende omaggio alla nostra associazione e ci riempie di orgoglio. Fruitimprese nasce ufficialmente nel 1949, all’indomani del periodo bellico, per iniziativa di alcuni imprenditori lungimiranti che hanno creduto nelle potenzialità di questo settore e nella sua vocazione al commercio internazionale. Mi piace pensare che lo spirito di questi pionieri sia ancora presente nelle generazioni che si sono susseguite e che Fruitimprese possa continuare a rappresentare il luogo ideale per confrontarsi e programmare il futuro”.
Così il presidente Marco Salvi ha inaugurato l’assemblea annuale della più importante associazione del settore ortofrutticolo italiano, concludendo il suo ampio intervento con queste altrettanto significative parole: “Da oggi parte il conto alla rovescia per raggiungere il centenario, noi ci siamo…”.
Il 2023 si è chiuso con il record del valore delle esportazioni italiane di ortofrutta fresca che è in crescita del 9,1% rispetto al risultato dell’anno precedente. I dati Istat hanno evidenziato un valore esportato di 5,780 miliardi di euro contro poco meno di 5,3 miliardi del 2022, in controtendenza le quantità esportate che calano di poco meno di un punto percentuale, a 3,483 milioni di tonnellate.
Cresce a due cifre l’import che segna un +13,6% in volume e un +15,7% in valore. Ne risente pesantemente la bilancia commerciale che vede ridursi il saldo a poco più di 543 milioni di euro, in calo del 29,7% rispetto al dato del 2022.
Analizzando i singoli comparti, esportiamo più tuberi, ortaggi e legumi che realizzano un +8,7% in quantità e un +18,4% in valore, bene anche gli agrumi con +9,9% in volume e +19,3% in valore. Non lo stesso la frutta fresca che risente della crisi produttiva di pere e frutta estiva e che vede ridursi i volumi esportati del 7% a fronte però di un interessante valore di oltre 3 miliardi di euro, in crescita del 6,1%.
Non bene le esportazioni di frutta secca che, a quantità pressoché costanti, perdono il 13,3% in valore; sempre vivaci le esportazioni di frutta tropicale che cresce di oltre 20 punti sia in volume che valore, a dimostrazione della crescente vocazione dei nostri operatori a fungere da hub per il mercato europeo.
Un riferimento particolare Salvi ha fatto alla crisi delle pere, “la cui discesa continua inesorabile”. L’interrogativo è quanto resisteranno i produttori di pere, i quali, seppur destinatari di alcuni aiuti straordinari, per i quali Salvi ha ringraziato il ministro Lollobrigida, sono ormai 4 anni che non hanno un ritorno economico sufficiente; si sta tentando di correre ai ripari con il progetto di aggregazione UNAPERA, ma senza il prodotto tutti gli sforzi potrebbero diventare inutili.
“Per quanto riguarda il futuro – ha poi puntualizzato il presidente di Fruitimprese – apprezziamo lo sforzo del MASAF e dell’ISMEA che hanno costituito una commissione dedicata all’apertura dei nuovi mercati. Oggi risultano aperti 28 dossier fitosanitari per esportare in 14 Paesi. Fruitimprese sta facendo la sua parte nel cercare di indirizzare al meglio le risorse disponibili e ci auguriamo che il lavoro di squadra possa portare buoni risultati nel breve-medio termine”.