ROMA – Il via libera definitivo dal Parlamento europeo alla proroga fino a giugno 2025 della sospensione dei dazi sulle importazioni agroalimentari dall’Ucraina, rappresenta un’occasione persa per il grano italiano.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la proroga firmata oggi, sottolineando che sa da un lato sia prioritario sostenere l’Ucraina, dall’altro la mancata estensione al grano della clausola di salvaguardia come “freno di emergenza”, rischia di creare gravi distorsioni all’interno del mercato europeo dei cereali.
Mercato già destabilizzato dall’invasione di prodotto russo e turco che ha fatto crollare i prezzi pagati agli agricoltori. La misura non comprende il grano tra i prodotti oggetto del meccanismo di salvaguardia automatico – sottolinea Coldiretti – che consente la reintroduzione di contingenti tariffari quando l’import di alcune produzioni supera un certo limite. Né l’inserimento della semola cambia la situazione, visto che circa il 70% del grano tenero che entra in Europa proviene dall’Ucraina, ben 4,3 milioni di tonnellate per la campagna in corso, mentre l’import di semola di grano tenero è pari ad appena 45.000 tonnellate.
Grazie anche alle agevolazioni, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, gli arrivi in Italia di grano tenero ucraino per il pane sono quadruplicati (+283%) nel 2023 rispetto al 2021 prima dell’inizio della guerra, arrivando a quota 470 milioni di chili.
Per sostenere la martoriata Ucraina senza danneggiare i produttori italiani ed europei, la Coldiretti ha proposto l’utilizzo dei magazzini europei per stoccare i cereali ucraini, evitando che entrino nel mercato comune e destinandoli, invece, ai Paesi che non hanno cibo a sufficienza per sfamare la popolazione, come i Paesi africani, che altrimenti vengono lasciati nelle mani della Cina, della Turchia e della Russia.