ROMA – “In 100 anni di scienza del suolo siamo passati a considerare il suolo da substrato invulnerabile a risorsa finita e delicata, da difendere non solo nell’interesse dell’agricoltura, ma anche nell’ottica di conservare foreste e acqua. Nella sola Europa, circa il 60% dei suoli è degradato, con un costo per la collettività di oltre 50 mld di euro all’anno.
Un secolo di studi e ricerche in cui abbiamo capito che in realtà ne sappiamo molto poco, se si pensa che, per esempio, grazie alle tecnologie omiche, abbiamo potuto stabilire che conosciamo meno dell’1 per mille delle specie di microrganismi presenti nel suolo”. ha dichiarato Giuseppe Corti, responsabile del Segretariato IUSS, direttore del CREA Agricoltura e Ambiente e presidente della SISS ( Società Italiana della Scienza del Suolo), in occasione dell’evento “Taking care of soils since 1924: introducing the IUSS Centennial Celebration”, in corso oggi per presentare il simposio scientifico internazionale che celebra il Centenario della IUSS (l‘Unione internazionale delle scienze del suolo, che riunisce le società nazionali di 76 Paesi del mondo) previsto a Firenze dal 19 al 21 maggio prossimi e per il quale sono attesi oltre 1.500 scienziati da tutto il mondo.
Aspettando il Centenario IUSS. L’appuntamento di oggi – organizzato da IUSS, in collaborazione con il CREA (che con il suo centro di Agricoltura e Ambiente ospita il Segretariato della IUSS), la FAO e il suo Partenariato globale per il suolo (GSP), la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’ONU/Roma, e la Delegazione della Unione Europea presso la Santa Sede, l’Ordine di Malta, San Marino e l’ONU di Roma – è l’occasione per rimarcare la centralità del suolo, un bene talvolta ancora misconosciuto e sottovalutato, ma dal valore inestimabile, da cui dipendono la sicurezza alimentare, la biodiversità, la tutela degli ecosistemi e il contrasto al cambiamento climatici. Un vero e proprio capitale naturale, fondamentale per vincere la partita della sostenibilità e della resilienza, da tutelare con politiche finalizzate sia a garantirne i molteplici servizi ecosistemici sia a fermarne il degrado e a rigenerarne la salute.
Il suolo in cifre. Oltre il 95% della produzione di cibo dipende dal suolo che, nei suoi primi 5 cm, ospita il 90% della biodiversità del pianeta in termini di organismi viventi, che sono in grado di regolare i nutrienti indispensabili per le colture. È un bacino di carbonio globale, riduce le emissioni di anidride carbonica e di altri gas a effetto serra, contribuendo ad aumentare così la resilienza ai cambiamenti climatici, oltre a purificare e regolare le acque (decine di migliaia di km3 di acqua l’anno). Si tratta di una risorsa preziosa e non rinnovabile, visto che per formare un solo cm di suolo fertile ci vogliono dai 100 ai 1.000 anni. Eppure, oggi, oltre il 33% dei suoli mondiali è affetto da forti limitazioni per la produzione di alimenti e ogni mezz’ora se ne perdono 500 ha, con ricadute significative anche a livello economico, oltre che ambientale: 75 miliardi di tonnellate di suolo coltivabile in meno ogni anno, a livello mondiale, costano circa 400 miliardi di dollari di produzione agricola persa.
Un po’ di storia. Fondata a Roma, presso Villa Lubin, il 19 maggio 1924 con il nome di Società Internazionale delle Scienze del Suolo (ISSS), la IUSS (l’Unione Internazionale delle Scienze del Suolo) è stata membro dell’ICSU (International Council for Science) dal 1993; dal luglio 2018 ICSU è diventata ISC, International Science Council. Accoglie al suo interno le società Nazionali delle Scienze del Suolo di 76 paesi del mondo e da gennaio 2023 il suo Segretariato è ospitato presso il CREA Agricoltura e Ambiente di Roma. Da sempre impegnata a promuovere tutti i rami delle scienze del suolo e le loro applicazioni e a supportare gli scienziati del suolo nello svolgimento delle loro attività, la IUSS ha come obiettivo primario quello di inserire i suoli nell’agenda globale, promuovendo il progresso, il coordinamento e la diffusione della Scienza del Suolo e delle sue applicazioni e favorendo al contempo i rapporti e la collaborazione fra i suoi membri. I temi salienti di cui si occupa spaziano dal governo del suolo (proprietà, processi, uso e gestione), al suolo nell’economia circolare, all’influenza delle scienze del suolo sulle conoscenze di base, fino ad arrivare al suolo nell’era digitale e al suo contributo allo sviluppo sostenibile sotto il profilo sociale ed ambientale.
«La FAO, attraverso la sua Global Soil Partnership – commenta Lifeng Li, Direttore Divisione Terra e acqua della FAO – funge da piattaforma per aumentare la consapevolezza dell’importanza fondamentale del suolo per la salute e la sostenibilità del nostro pianeta e come braccio operativo per implementare una gestione sostenibile del suolo a livello di campo. Mentre affrontiamo le sfide globali, la scienza del suolo emerge come una spina dorsale per un’efficace elaborazione delle politiche e uno sviluppo sostenibile. Proprio perché – conclude – i nostri suoli non sono semplicemente il fondamento dell’agricoltura; sono il fondamento della vita stessa. Regolano il flusso dell’acqua, immagazzinano carbonio, sostengono la biodiversità e forniscono le basi per la produzione alimentare».