ROMA – Aiuti per le filiere dell’agricoltura e della pesca in crisi economica, interventi per il rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali, misure per fronteggiare la peste suina africana (Psa).
Ma anche interventi in favore delle filiere di kiwi (afflitto da moria e peronospora) e vite (flavescenza dorata), di contrasto alla brucellosi (è stato potenziato il commissario straordinario) e aiuti per le zone alluvionate di Emilia Romagna, Marche e Toscana con lo sgravio parziale dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro per il proprio personale dipendente. Prevista anche la restrizione all’installazione di pannelli fotovoltaici su suolo agricolo. «Sono alcune delle misure del decreto Agricoltura con il quale il ministero prova a dare risposte a molti dei problemi che affliggono le filiere dell’agroalimentare e della pesca made in Italy, dalla produzione di materia prima alla sua trasformazione. Misure che chiedevamo da tempo proprio per le difficoltà che segnalano le nostre cooperative», commenta il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti.
Misure economiche e fondi. Granchio blu problema ambientale. In particolare, continua Maretti, il dl interviene «con misure urgenti per fronteggiare le difficoltà economiche delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura colpite dalla crisi economica causata dal conflitto russo-ucraino e dalla diffusione del granchio blu». Sono previsti, tra l’altro, la sospensione dei mutui e dei finanziamenti per quelle aziende che hanno avuto una riduzione del volume d’affari del 20% nel 2023 rispetto al 2022, l’incremento del fondo per la sovranità alimentare di ulteriori 10 milioni di euro e di quello per le imprese agricole cerealicole di 20 milioni di euro. Stanziati anche 12 milioni di euro a sostegno della filiera ittica e contrastare la crisi economica generata dal granchio blu contro il quale è stato previsto un commissario straordinario. «Si tratta di una serie di misure che avevamo auspicato da tempo proprio per venire incontro alla crisi delle nostro cooperative agricole e della pesca. Quella del commissario straordinario per il granchio blu è davvero una buona notizia. Nominato dal ministero Ambiente, ci si è resi finalmente conto che il granchio blu è un problema ambientale».
Combattere le pratiche sleali con l’attenzione ai costi. Per poter permettere alle aziende di stare sul mercato, il dl prevede interventi per il rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali con l’introduzione, tra l’altro, della definizione di “costo medio di produzione” e “costo di produzione”, oltre al fatto che vengono previste misure per la trasparenza dei mercati nel settore agroalimentare. «Il concetto di costo ha un valore determinante per evitare che prezzi troppo bassi sul mercato favoriscano sacche di illegalità. Se infatti, ci si approvvigiona nel mercato a prezzi troppo bassi che non consentono la giusta remunerazione del lavoro e delle produzioni agricole, si lascia spazio a chi lavora nell’illegalità, si apre a frodi alimentari o si favorisce un mercato del lavoro senza valori sociali. E quindi chi rispetta le regole rischia di essere fuori mercato in quanto si ha una concorrenza sleale, si gioca una partita con regole diverse che gli onesti non sanno giocare. Su questo la cooperazione è impegnata, nella sensibilizzazione del valore del prodotto agricolo e dei valori etici e sociali che lo compongono».
Peste suina, un pericolo per le esportazioni. Per quanto riguarda la lotta alle emergenze, il dl prende in considerazione iniziative per combattere anche la peste suina. Ed è previsto l’intervento delle forze armate per contenerne la diffusione. «La presenza di Psa mette a rischio le esportazioni delle produzioni delle nostre eccellenze, alcune delle quali a denominazione, come salumi e preparati. Intervenire è importante proprio per evitare contraccolpi delle barriere sanitarie che metterebbero in crisi le vendite all’estero».
Adesso c’è da calare i provvedimenti nella realtà. Ma per Maretti il decreto legge di per sé non basta. «A fronte di questi provvedimenti chiediamo di attivare celermente dei confronti tecnici perché spesso l’applicazione di queste norme risulta molto diversa dalle intenzioni. In particolare sul granchio blu parliamo di norme che sono di origine agricola e devono essere correttamente interpretate per l’acquacoltura, pena l’inutilizzo. Come sulla peste suina la ripartizione di competenze tra normazione ed esecuzione impone una cooperazione istituzionale tra Stato e Regioni senza la quale tutto diventa polemica e non porta a risultati reali».